Una sensazionale scoperta è stata fatta a Luxor, nel sud dell’Egitto, lungo la sponda ovest del fiume Nilo, dove sono state ritrovate due nuove tombe egizie risalenti a circa 3.500 anni fa. A darne notizia, sabato 9 dicembre, ufficializzando la scoperta dopo mesi di indiscrezioni, è stato il ministro egiziano delle Antichità, Khaled al-Anany. “E’ davvero un giorno eccezionale”, ha commentato il ministro, spiegando che le tombe, probabilmente appartenenti all’epoca della XVIII dinastia, fossero già note, ma che mai nessuno prima fosse riuscito ad accedervi.

Un progetto per il rilancio del turismo

I due piccoli ambienti appartenenti alla necropoli di Dra Abu el-Naga, infatti, erano stati individuati già nel 1990 dall’archeologa tedesca Frederica Kampp, che li rinominò Kampp -150- e -161- e attribuì loro anche una datazione, ma nessuno vi entrò mai. Il ritrovamento al loro interno di una mummia e numerosi oggetti dall’immenso valore storico e culturale è stato possibile soltanto grazie ad un’apposita missione archeologica, finanziata dal Ministero per le Antichità, condotta dal nuovo segretario generale del Consiglio Supremo delle Antichità, Mostafa Waziry. Le tombe, ritrovate in una necropoli progettata per accogliere nobili e alti funzionari, rappresentano solo l’ultima delle scoperte fatte in una città già nota per i suoi spettacolari ritrovamenti archeologici.

Tuttavia, la scoperta costituisce un’importante opportunità per contribuire al rilancio dell’industria turistica egiziana. Quest’ultima, infatti, pur essendo alquanto sviluppata, ha risentito molto dell’instabilità provocata dagli sviluppi della primavera araba.

Le due strutture funerarie

La prima tomba, Kampp -150, ha una planimetria a forma di “T” con cinque ingressi che, attraverso un corridoio centrale, conducono ad una sala rettangolare sul fondo.

Al suo interno sono stati scoperti numerosi reperti, tra cui maschere funerarie in legno dipinte, vasellame di argilla e oltre 400 statue. All’interno della prima cripta è stata rinvenuta anche una mummia avvolta in un sudario in lino. Secondo gli esperti si tratterebbe dei resti di un alto funzionario. Un cartiglio decorativo scolpito sul soffitto, recante il nome di Re Thutmose I, consente di datare la tomba tra la fine della XVII e l’inizio della XVIII dinastia, attorno al 1490 a.C..

La seconda struttura funeraria, di quasi un secolo successiva, è composta da un cortile racchiuso da muri di pietra e mattoni di fango ed ospita un pozzo funerario che porta a quattro camere. All’interno di queste sono stati rinvenuti una serie di manufatti in legno, di cui frammenti di bare, oltre che dipinti e iscrizioni riconducibili al periodo tra i regni di Amenofi II e Thutmosi IV, entrambi faraoni della XVIII dinastia.