Nel pomeriggio di ieri la FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) ha assegnato due prestigiose certificazioni a fabri fibra, ovvero un doppio disco di platino ed un disco d'oro.

Mr Simpatia: quando un disco d'oro vale più di un doppio platino

Contrariamente a quanto potrebbe immaginare in un primo momento chi non conosce in maniera approfondita la storia di Fabri Fibra e del rap italiano, la notizia che maggiormente ha scatenato l'entusiasmo de supporter non è stata quella del doppio platino assegnato a 'Fenomeno' – ultima fatica discografica del rapper originario di Senigallia – anzi, possiamo affermare senza paura di sbagliare che la notizia delle 100.000 copie vendute dall' album sopracitato è stata quasi completamente oscurata da quella del disco d'oro (che viene assegnato dalla FIMI al raggiungimento delle 25.000 copie vendute) per 'mr. simpatia', un lavoro a dir poco datato, pubblicato da Fabri Fibra nel lontano 2004.

Il motivo di tanto entusiasmo è semplice: 'Mr Simpatia' rappresenta un pezzo di storia del rap italiano, un vero e proprio disco di culto, una pietra miliare che ha contribuito in maniera significativa a diffondere quella che oggi è la musica più ascoltata dalle nuove generazioni, ma quattordici anni fa altro non era che un genere di nicchia, supportato soltanto da una comunità ristretta e circoscritta.

Mr Simpatia è un disco spietato

Il modo migliore per spiegare l' importanza di 'Mr Simpatia' – lavoro che ha letteralmente cambiato 'le regole del gioco' in Italia – è sicuramente citare ed ascoltare il racconto della spiegazione della sua genesi, fatto qualche anno fa dall'autore, nell'ambito del film 'Numero Zero - alle origini del rap italiano', un documentario al quale oltre a Fabri Fibra, avevano preso parte anche molti altri pezzi da novanta della scena italiana degli anni a cavallo tra il vecchio e il nuovo millennio, come ad esempio Kaos, Neffa, Fish, Colle Der Fomento, Tormento, J-Ax, Fritz Da Cat ed Ice One.

Fabri Fibra in quell'occasione aveva voluto definire 'Mr Simpatia' come 'un disco spietato', spiegando come durante i live dei primi anni zero si fosse gradualmente accorto di come le rime dai contenuti più forti gli permettessero di ottenere dal pubblico una risposta più intensa rispetto ai virtuosismi tecnici, che all'epoca rappresentavano l'arma principale della sua poetica, queste le sue parole:

'I miei testi erano limitati sul palco, perché erano virtuosi, ma allo stesso tempo inaccessibili per chi non mi conosceva, era una cosa tra me e chi già mi conosceva, tutti gli altri vedevano un pazzo sul palco che faceva un monologo'.