A Torino si è aperta la trentunesima edizione del Salone del Libro, e nonostante l'Istat continui da anni a riportare dati negativi sul costante calo di lettori in Italia, il pubblico "fidelizzato" rappresenta almeno il 37% dei visitatori. Il valore economico dell'iniziativa, inoltre, viene stimato intorno ai 30 milioni di euro, secondo alcune ricerche promosse dall'Università di Torino sulla precedente edizione del 2017.

Di cosa ci si deve preoccupare, allora?

Di preoccupante c'è un'indagine di Federculture, dalla quale è emerso che i consumi nel settore della cultura - ivi compresa la lettura - hanno uno stretto rapporto con lo status economico della popolazione.

In altre parole, anche se aumenta il valore economico dei consumi culturali, la platea degli utenti non si allarga. E ancora, se secondo l'Istat solo il 40% degli italiani si attesta su un libro l'anno, il 37,4% non partecipa ad alcuna attività culturale, percentuale che si innalza al 50% in caso di situazioni economiche cosiddette a basso reddito.

Di fronte a dati statistici che inducono a pensare ad un diffuso analfabetismo di ritorno, ben vengano tutte le iniziative volte a promuovere l'abitudine alla lettura, vista anche la notevole affluenza di giovani al Salone di Torino. Non solo la scuola, non solo le biblioteche, non solo le librerie, ma anche le tante opportunità di scambio e prestito di Libri che si stanno diffondendo nelle città, nei condomini, nei luoghi di lavoro.

Promuovere la lettura significa conoscere il passato, costruire il futuro e aprire la propria mente; significa aprirsi al diverso, ma anche tolleranza e crescita di valori.

Loredana Lipperini, nell'invitare il pubblico a leggere, sostiene che bisogna promuovere anche la curiosità, madre di tutti gli interessi, "infilando il naso" in qualsiasi libro, fino a trovare interessante - perché no?

- anche l'etichetta dell'acqua minerale. Ben vengano, quindi, le iniziative che l'Arci sta portando avanti in tutta Italia in questi giorni con l'iniziativa "No Rogo".

Perché "No Rogo" e perché il 10 maggio? Perché 85 anni fa, nel 1933, i nazionalsocialisti della Germania hitleriana promossero i Bücherverbrennungen (roghi di libri), e nel corso della stessa giornata, presso l'Opernplatz, si innalzò un immane rogo accompagnato dalle parole vaneggianti di un Goebbels osannato da una folla plaudente.

Rammentate "Storia di una ladra di libri" di Markus Zusak? Ebbene, in momenti come questi, in cui l'ignoranza dilaga anche ai vertici istituzionali, dobbiamo diventare tutti non ladri, ma divoratori di libri!