Tra un passo di lato e un passo indietro pare sia terminata la stesura del 'contratto' di programma. Finito il minuetto del “mi vuoi?”, “non mi vuoi?” tra Movimento 5 Stelle e Lega, tramontati e smascherati i giochetti di Di Maio verso il PD ma utile leva per solleticare il centro destra o per fare da utile capro espiatorio cui addossare le responsabilità per il fallimento del “libro dei sogni”, stanchi di esercitarsi in un passo indietro e un passo di lato, l’abbraccio tra i partiti bandiera del populismo e del sovranismo si è finalmente stretto.

Ci sono voluti giorni di sudato lavoro per stilare il programma comune in cui rientrassero reddito di cittadinanza e rimpatrio degli immigrati, flat tax e abolizione della Fornero nonché il tanto agognato conflitto di interessi, giorni trascorsi a lavorare sulla stesura del cosiddetto “contratto” perché inciucio non si addice agli onesti e senza preoccuparsi della nomenclatura di ministri e premier. Non si sa perché poi affermino che non si riesce a trovare la quadra proprio su questo, almeno per quanto riguarda il premier, ma così è.

Come si risolverà l'annosa questione del conflitto di interessi?

E qui sorge spontanea la domanda sul come i 5 Stelle risolveranno non tanto il conflitto di interessi del tanto vituperato Berlusconi ma soprattutto come risolveranno il loro conflitto di interessi.

Si sa che i dettami della nostra Costituzione non sono appannaggio di tutti, ma chi aspira a governare dovrebbe conoscerla bene e soprattutto rispettarla. Il Movimento 5 stelle è una non-associazione che ha un non-statuto e di fatto è proprietà di una società privata che indirizza, condiziona, punisce e multa chi trasgredisce imponendo in tal modo di fatto un vincolo di mandato: il tutto in nome di una ‘vigilata’ democrazia diretta che sembrerebbe aver violato alcuni fondamentali articoli della Costituzione più bella del mondo.

Adesso siamo alla fase conclusiva di questi 70 giorni di passione e, dopo l’annunciata chiusura dei lavori da parte dei Di Maio e Salvini, restiamo in attesa della convocazione del Presidente della Repubblica al Quirinale.

Il ruolo del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella

Nel frattempo Sergio Mattarella ha reso omaggio all’ex Presidente Luigi Einaudi e nel corso della cerimonia a Dogliani ha sottolineato nel suo intervento in modo inequivocabile quali siano i poteri del Capo dello Stato nel varo del nuovo governo, togliendo ogni illusione a chi pensa che il suo ruolo sia quello di un semplice scribacchino che si limita a trascrivere e ratificare quanto gli viene trasmesso.

Mattarella arbitro della partita, quindi, e certamente pronto a caricarsi sulle spalle l’enorme responsabilità di verificare non solo la validità della compagine governativa ma anche quella di evitare aumenti di spesa senza copertura finanziaria, in violazione dell’articolo 81 della Costituzione. Diventerà lui il bersaglio preferito di chi pensava di aver aperto il parlamento come una scatoletta di tonno? Chi vivrà vedrà… mentre il sorriso sempre più tirato di Di Maio sembra indicare che il re è nudo o forse che ha improvvisamente scoperto che le Elezioni politiche appena svoltesi gli hanno aggiudicato solo un 32% di consensi e non un plebiscito che lo avrebbe portato dritto dritto a sedere sul trono.