Una storia vera quella raccontata in Green Book, un film dramma-comico uscito recentemente, il 31 gennaio, nelle sale cinematografiche italiane. Un tuffo nel passato per rivivere i momenti più importanti che hanno caratterizzato la nascita di quelli che sono oggi gli Stati Uniti d'America. La nascita di un'amicizia profonda tra due uomini appartenenti a due mondi e culture apparentemente differenti, ma non così distanti tra loro: Tony Lip e Don Shirley.

La trama di Green Book

Il film narra la storia di due uomini: Tony Lip (Viggo Mortensen), un uomo italoamericano dalla scarsa levatura culturale e sociale che lavora come buttafuori in un locale, il Copacabana; e Don Shirley (Mahershala Ali), uno dei più famosi musicisti jazz del periodo.

I due entreranno in contatto nel momento in cui Tony accetterà di lavorare come autista personale del grandissimo Don Shirley, accompagnandolo durante la sua tournée in sud America nel 1962. In quel periodo, nel territorio rurale del sud vigeva ancora la segregazione razziale. Pertanto, non saranno poche le disavventure che dovranno affrontare durante ogni concerto, ma saranno proprio questi ostacoli a far nascere un'amicizia improbabile e molto profonda come la loro.

Un tuffo nel passato grazie a Green Book

Un film dai toni amari e, al tempo stesso, divertenti che mostra un periodo storico fondamentale per la nascita degli Stati Uniti, troppo spesso dimenticato o trattato superficialmente dai libri di scuola: la segregazione razziale.

Un viaggio da nord a sud per far comprendere bene quale sia stata, in quel periodo, la differenza sostanziale nella vita dei neri in America e di quanto sia stata importante la musica come mezzo di emancipazione sociale. Attraverso Green Book, si rivive la storia difficile di uno dei più grandi musicisti jazz del periodo, Don Shirley e del suo autista improbabile, Tony Lip.

Due uomini dal carattere completamente divergente, ma che hanno saputo sostenersi in ogni circostanza.

Dal loro viaggio, durato ben due mesi, i due amici hanno imparato tantissimo l'uno dell'altro. Il film ha trasmesso tutti i valori e gli aspetti salienti del periodo, veicolando importanti messaggi di forte impatto emotivo.

Un modo, per omaggiare uno dei più grandi musicisti jazz del periodo, Don Shirley, che ha saputo valorizzarsi affrontando moltissime difficoltà sorte dal colore della sua pelle. Difficoltà che Green Book - diretto da Peter Farrelly - ha evidenziato egregiamente, scatenando negli spettatori un senso di indignazione profonda, rendendoli partecipi di eventi realmente accaduti.

The N*gro Motorist Green Book

Il titolo del film fa riferimento alla guida assegnata dalla casa discografica di Don Shirley a Tony Lip, per metterlo in guardia su quanto avrebbero potuto affrontare durante il loro viaggio. La guida era stata scritta appositamente da Hugo Green per i viaggiatori afroamericani, poiché nel periodo della segregazione - come molti ben sapranno - ai neri non era concesso di soggiornare negli stessi motel dei bianchi o di usufruire dei loro stessi servizi.

Per quanto Don Shirley fosse un musicista famoso e richiesto in tutti gli Stati Uniti - da nord a sud - sceso dal palco era considerato 'soltanto' un nero e, come tale, veniva trattato. Per quanto adesso possa destare rabbia e indignazione, prima non vi erano scrupoli nel trattare altri essere umani, come se fossero infetti o bestie.

Le critiche al film Green Book

Le vicende di Tony e Don, perfettamente raccontate nel film Green Book senza appesantire la trama, sono state accolte positivamente dalla critica, al punto da ricevere una standing ovation alla proiezione avvenuta al Toronto Film Festival. Un film avvincente, per niente banale, emozionante e colmo di messaggi significativi. Da consigliare a tutti per poter entrare in un mondo molto spesso dimenticato e fare un tuffo nel passato della tanto ambita America. Inoltre, sarà comunque un modo molto piacevole per apprezzare e conoscere la musica del virtuosissimo pianista Don Shirley.