Li abbiamo conosciuti sul palco di Amici 15 e si sono sempre contraddistinti per la loro grande energia. I La Rua si sono formati ad Ascoli Piceno dall’unione artistica tra Daniele Incicco e il produttore Dario Faini. Dal quel momento il loro sound particolare pop e nu-folk ha cominciato a farsi strada nella mondo della musica. Poi, si sono aggiunti William D’Angelo (chitarra), Davide Fioravanti (piano, glockenspiel e fisarmonica), Nacor Fischetti (batteria), Matteo Grandoni (basso e contrabbasso) e Alessandro Mariani (chitarra e banjo).
La storia dei La Rua
Dopo l’esperienza ad Amici, la band ha firmato un contratto con la Universal Music per la quale hanno pubblicato il secondo album in studio “Sotto l’effetto felicità”. Nel dicembre 2016 hanno preso parte a Sarà Sanremo con il brano “Tutta questa vita”. Tale canzone venne eliminata e questo ha scatenato non poche polemiche durante la diretta televisiva e per tale motivo Carlo Conti l’ha scelta come sigla del Dopofestival 2017. Nello stesso anno la band si esibita sul palco del Concerto del Primo maggio a Roma, prima di dedicarsi ad un tour nazionale di fine estate. Nello stesso anno i La Rua sono stati scelti da Cristina D’Avena, per duettare “Tutti cantano Johnny”, uno dei brani contenuti all’interno di "Duets – Tutti cantano Cristina".
Il 23 marzo 2018 è uscito il singolo “Sull’orlo di una crisi d’amore”, duettato con Federica Carta, che ha annunciato il loro album in uscita in estate. Il 6 luglio 2018 è uscito l’EP “Nessuno segna da solo”, anticipato dal brano “I 90”. Il 21 dicembre la band si è piazzata al terzo posto a Sanremo Giovani 2018 con il brano “Alla mia età si vola”.
Dal 19 aprile di quest'anno i La Rua sono in rotazione radiofonica con il nuovo brano “Altavelocità”, tratto dall’album “Nessuno segna da solo”, uscito lo scorso 26 aprile. Inoltre, prenderanno parte al grande Concerto del Primo Maggio a Roma, e in vista di questa rassegna la redazione di Blasting News ha intervistato Daniele Incicco, il frontman dei La Rua per raccontarci i suoi progetti e per svelarci qualche anticipazione estiva.
L’intervista a Daniele dei La Rua
Ciao Daniele, vi abbiamo conosciuto ad Amici di Maria De Filippi poi siete approdati a Sanremo Giovani l’anno scorso con il brano “Alla mia età si vola”. Come sono state queste esperienze? E quanto vi anno fatto “volare”?
"L’esperienza di Sanremo ci ha portato al tour mondiale. Quindi, è stata molto positiva perché c’è stato un riscontro del 35% del pubblico e abbiamo stravinto con il televoto. Questa per noi è stata una cosa molto positiva che si è ripercossa anche nelle piazze, ma in realtà quello che ci ha fatto davvero tanto piacere è stato il seguito che grazie al tour mondiale abbiamo toccato tanti paesi, città e culture diverse. Ci siamo trovati di fronte a tanta gente che non ci conosceva e dunque in alcuni casi è andata davvero molto bene".
Dopo queste esperienze live all’estero, avete mai pensato di incidere un disco in lingua straniera?
"Magari! In realtà, è da tempo che ci penso però pero ora ci piace occuparci della lingua italiana. Più avanti cercheremo di fare qualcosa anche in lingua straniera ma non è nulla di ufficiale. Per adesso, mi sto concentrando solo sulle canzoni in italiano che per altro è molto difficile".
Siete anche maturati molto artisticamente, ma come siete riusciti a trovare una vostra direzione musicale senza snaturarvi?
"Noi cerchiamo sempre di portare qualche innovazione forte e di rendere il tutto più diverso rispetto a quello che facciamo di solito. Poi c’è stato tutto il lavoro di Dario Faini che è intervenuto all’inizio e alla fine di questo disco e ha scritto delle canzoni che poi ho prodotto successivamente.
C’è stata anche una collaborazione con Elisa Toffoli che ci ha permesso di avere dei sound diversi all’interno dello stesso disco con canzoni sincere".
Ora avete sfornato questo brano “Altavelocità”, dalla sonorità molto allegra e spensierata. Da dove nasce tutta questa energia?
"Sì, per noi la musica ha un certo taglio. Non che non ci siano delle canzoni più introspettive e magari anche più “tristi”ma noi come band cerchiamo sempre di avere questa grande energia nelle performance live. Però, non è che non cerchiamo di avere energia è che ce l’abbiamo è basta. Quindi, mettiamo tutta la nostra energia nelle nostre canzoni e cerchiamo di essere noi stessi. Se abbiamo tanta energia positiva allora perché non metterla nelle canzoni?"
Abbiamo ascoltato il vostro album “Nessuno segna da solo”.
Perché questo titolo? Come lo avete scelto?
"Nasce proprio per un collettivo cioè è qualcosa che potesse dare un attimo l’impressione di quello che volevamo dire. Quindi, il titolo “Nessuno segna da solo” significa che siamo una squadra da tanto tempo e siamo sei ragazzi più il settimo componente che è Dario Faini. Questa squadra è una macchina importante che di volta in volta si muove in collettività verso le difficoltà perché andare d’accordo con sei persone è molto difficile ma allo stesso tempo è fare parte di una famiglia. E le famiglie secondo me hanno una marcia in più rispetto ai singoli. “Nessuno segna da solo” è l’emblema di ciò che rappresenta questo disco quindi la verità. Noi abbiamo fatto un lavoro collettivo, ci siamo spremuti e abbiamo passato giornate intere in sala prove, in studio e poi è uscito fuori questo collettivo che si doveva chiamare per forza con questo nome.
Comunque, per me la famiglia è difficile da portare avanti ma alla fine ti regala dei momenti d’amore infiniti".
Nel vostro album c’è anche una canzone che si differenzia un po’ dalle altre per la melodia e li testo un po’ malinconico, intitolato “Sull’orlo di una crisi d’amore” con la collaborazione di Federica Carta. Come vi siete incontrati? E come è nato questo duetto?
"Ci è stato proposto questo brano con il quale c’è stata data la possibilità di provare un duetto. Il brano si prestava bene al canto a due e così abbiamo accettato anche perché per fare qualcosa di totalmente diverso rispetto a quello che abbiamo fatto negli anni precedenti. Ci voleva qualcosa che rompesse un po’ gli schemi e quindi cerchiamo sempre di fare qualcosa di esagerato e di diverso.
Adesso, stiamo già pensando al disco successivo stiamo già facendo cose dirette perché bisogna fare ogni esperienza che ti si pone davanti artisticamente così come nella vita. Non bisogna mai soffermarsi su un solo sound o su un solo genere oppure scrivere gli stessi testi perché se c’è bisogno di altro, bisogna cambiare e variare con gli stili".
Anche quest’anno parteciperete al Concerto del Primo maggio. Solitamente la maggior parte dei gruppi che vi partecipano sono indie - pop o indie rock, come vivete l’idea di essere un gruppo “diverso”?
"Noi abbiamo sempre vissuto questo evento in due modi: da una parte quello della televisione e d’altra quello della musica indie. La tv che è stato un mezzo grazie al quale siamo partiti da lontano e abbiamo fatto tantissima gavetta ed è quello che stiamo facendo tuttora.
Comunque, dato che ogni tanto andiamo in qualche trasmissione televisiva non disdegniamo gli artisti che appartengono ad una scena differente dalla nostra perché prima o poi la musica indie ci arriva anche in maniera diversa. Quindi abbiamo sempre questa sorta di dualismo così come viviamo il concerto del Primo Maggio. Poi ci sono tantissimi artisti di un certo tipo di scena musicale con i quali fa piacere esserci".
Ci potresti anticipare qualche vostro progetto della vostra estate?
"A giorni pubblicheremo le date del tour e quindi ci saranno dei festival e dei momenti importanti per poter abbracciare il pubblico. Cercheremo di arrivare ovunque!".