Si intitola “Breve storia amorosa dei vasi comunicanti” ed è uscito a marzo, edito da Einaudi. 200 pagine per narrare la storia di Remo e Margherita, due anime perse e alla deriva, imprigionate nel loro corpo. L’autore è Davide Mosca (Savona, 1979), vive a Milano, dirige la libreria “Verso” e domani, venerdì 3 maggio, ore 18:00, presenterà il proprio libro alla libreria “Diari di Borgo” di Borgo Santa Brigida, 9 (Parma). È il suo libro più sentito, racconta una storia dolorosa che ha avuto bisogno di 10 anni prima di essere scritta.
Una storia che ha piantato un seme nell’animo dello scrittore e che è fiorita oggi
Davide Mosca, scrittore e libraio, si imbatté in una vicenda che lo segnò profondamente ma che ancora non sentiva, secondo lui, l’urgenza di essere scritta. La lasciò crescere dentro di sé e dopo 10 anni giunse il momento di raccontarla. Come dice l’autore stesso tutte le altre storie avevano perso importanza e questa aveva paura di raccontarla persino a se stesso.
Nasce un libro scritto con lo spirito di chi non ha nulla da perdere ma tanto da dire, con l’entusiasmo dei due protagonisti della sua storia quando scoprono di non essere soli, e la sensazione che fosse suo il compito di raccontare di Remo e Margherita.
Scrive 200 pagine ma decide con il suo agente di procedere in maniera particolare per trovare un editore: spedisce il suo manoscritto ma non comunica il suo nome. Lo scopo è trovare qualcuno che si innamori della sua storia senza sapere chi l’abbia scritta! Alcuni vogliono sapere chi sia ma altri accettano il rischio ed è a loro che dobbiamo dire “grazie”, perché hanno amato la storia senza riserve.
La trama
Di cosa parla dunque il libro? Di una storia d’amore. Di due anime che decidono di aprirsi l’una all’altra. Di Remo, giovane scrittore ventiquattrenne, che soffre di bulimia, si isola nella sua stanza, è pieno di paure e lacrime nel cuore e Libri nella testa. Di Margherita, magrissima e bellissima, ultimo anno di liceo, che soffre di anoressia, sballottata dalle sue vicissitudini famigliari, fragile ma feroce.
Lo sfondo è Savona, in particolar modo un bar, Atene, in cui i due protagonisti, grazie ai loro migliori amici, si incontrano, iniziano a parlare e non smettono più. Sono due anime che si sono trovate, diverse ma intimamente simili, che si completano e si incastrano come pezzi di un puzzle. Si svelano, mostrano le proprie fragilità, scoprono la propria bellezza negli occhi dell’altro. E così rinascono. E si salvano.
L'incontro di domani a Parma è un'ottima occasione per scoprire di persona come sia nata questa storia e, perché no, magari lasciarsi salvare da questa e dall'autore.