Ritratti industriali e divise da lavoro. La nuova mostra fotografica al Mast di Bologna, intitolata Uniform into the work/out of the work”, presenta due differenti esposizioni aperte gratuitamente al pubblico fino al 3 maggio prossimo, dedicate alle uniformi da lavoro, raccontate negli scatti di 44 grandi fotografi internazionali.

La mostra alla Fondazione Mast

Progettate per identificare chi le indossa, le uniformi da lavoro esplicitano l’appartenenza a una determinata categoria, a un'organizzazione o a un movimento politico o culturale, eliminando qualsivoglia distinzione di classe e censo ma, allo stesso tempo, mettono in luce il concetto di inclusione o esclusione dalla collettività.

La mostra "Uniform Into the work/out of the work", allestita nella Photo Gallery e a cura di Urs Stahel, presenta oltre 600 scatti di 44 protagonisti assoluti della storia della fotografia come Irving Penn, Sebastião Salgado, Manuel Alvarez Bravo, Walker Evans, Herb Ritts, Paolo Pellegrin e molti altri.

Nonostante la cultura del lavoro si stia evolvendo con una rapidità impressionante, in tutte le società contemporanee è ancora evidente la divisone tra i cosiddetti “colletti blu” e “colletti bianchi”, termini che si riferiscono rispettivamente alla casacca blu della classe operaia e alla camicia bianca della sfera amministrativa e finanziaria. La mostra propone allo spettatore, infatti, una riflessione sull'essere e sull'apparire di ispirazione pirandelliana: la divisa non dichiara solo le diverse occupazioni di ogni individuo, ma è capace di indicare anche una netta distinzione tra una classe sociale e l'altra.

Le fotografie agli addetti ai lavori

Fino al 3 maggio, sempre in via Speranza 42 a Bologna, sarà possibile visitare anche una seconda mostra, intitolata "Ritratti industriali", una raccolta di scatti dello scultore e artista inglese Walead Beshty che, negli ultimi dieci anni, ha fotografato senza sosta chiunque incontrasse, in ogni angolo del mondo.

Il risultato è un'enorme raccolta composta da oltre 1400 scatti: per la rassegna alla Fondazione Mast ne sono state selezionate 364, suddivise in sette gruppi.

In esposizione i ritratti di artisti, collezionisti, curatori, galleristi e professionisti nell'ambito artistico e museale. Si tratta di fotografie - tutte scattate in pellicola analogica 36 mm - a personaggi con cui l’artista è entrato in contatto diretto durante la sua attività lavorativa.

Ispirato al lavoro di inizio Novecento di un grande maestro come August Sander, Beshty non ha come obiettivo quello di descrivere l’aspetto, il carattere o la personalità del soggetto fotografato, ma tenta di rappresentare la funzione e il ruolo professionale che le persone svolgono all'interno del contesto di lavoro.

I ritratti industriali di Beshty sono volutamente standardizzati: i soggetti sono ritratti in pose simili tra loro e in contesti ambientali analoghi. Le immagini dell'artista londinese sono in grado di evidenziare come i protagonisti che vivono questo settore, che tende ad autodefinirsi libero da strutture gerarchiche e concetti di omologazione, sia in realtà intrappolato in un'attitudine individualistica e, al contrario, molto subalterna al contesto professionale.

Appuntamenti oltre la mostra

Fondazione Mast prosegue il suo percorso di proposta artistica, con l'obiettivo di favorire gli intrecci creativi e professionali tra le giovani generazioni, le istituzioni presenti sul territorio e la comunità locale. L'ingresso alle due mostre, come consuetudine, è gratuito e fino al 2 febbraio sono in programma alcune visite guidate alla mostra. Anche la partecipazione alle visite guidate è gratuita, è sufficiente prenotarsi per mail o dal sito della Fondazione Mast.