Si è spento all'età di 86 anni Manu Dibango, la star era ricoverata da una settimana in ospedale a Parigi a causa del COVID-19. È arrivato l'annuncio dai familiari tramite il profilo Twitter, con il messaggio: "È con grande tristezza che vi annunciamo la scomparsa di Manu Dibango, il nostro Papy Groove, si è spento il 24 marzo 2020, ad 86 anni, a causa del COVID-19. La tua musica rimarrà sempre con noi."

Reazioni sui media

All'annuncio della scomparsa del Jazzman, non sono mancate le reazioni sui media classici e i siti social, tra fans, amici, politici ed altri artisti, dai due continenti e paesi dove è nato e ha vissuto l'artista, ovvero in Africa ed Europa, tutti hanno espresso la loro commozione.

Il musicista senegalese Youssou Ndour ha scritto sul suo profilo Twitter: " Oh no, no te Manu Dibango Non ho le parole per tradurre la mia tristezza. Sei stato un grande fratello, un orgoglio per il Camerun e l'Africa intera. Una perdita immensa! Riposa in pace re della Makossa e genio del sassofono."

L'ex ministro della cultura francese, Jack Lang: "La scomparsa di Manu Dibango strappa il cuore a tutti suoi amici.

Sono stato personalmente legato a lui con anni di lotta per la musica. Era un uomo incomparabile, generoso ed appassionato."

Ali Bongo, presidente del Gabon: "In questo giorno, un artista immenso se ne è andato.

Manu Dibango era un sassofonista di genio che lascia eredità, all'Africa e al mondo, un'opera immensa, ma anche un essere eccezionale, pieno di giovialità e d'umanità. Riposa in Pace "Papa Manu". La tua musica rimarrà eterna."

Diversi canali radio e TV francesi, di cui France 24 e RFI (Radio France Internationale), che contano un importante base d'ascolto in Africa nei paesi francofoni hanno cambiato programmazione per rendere omaggio all'artista camerunense, proponendo programmi che ospitavano il defunto, e proponendo i suoi pezzi più popolari.

Carriera e vita di Manu Dibango

Nato il 12 dicembre 1933 a Douala in Camerun, Manu Dibango fa i suoi primi passi nella musica grazie a sua madre, essendo la professoressa di canto del tempio. A casa, il grammofono 45 giri dei suoi genitori lo introduce alle canzoni francesi, americane e cubane. Ottenuto il diploma di fine studi primari, il padre lo manda a proseguire suoi studi in Francia, dove sbarca a Marsiglia nel 1949. Nel 1950, a Château-Thierry, dove continua i suoi studi e scopre il Jazz, l'adolescente impara a suonare il piano ed il mandolino. Dopo un soggiorno in un campo estivo, forma un gruppo con dei ragazzi camerunensi incontrati li, e cominciano a suonare e riprodurre balli di campagna nelle balere della regione, ma questo interesse crescente per la musica lo porta a fallire il suo diploma di maturità.

Dopo diversi contratti finisce in Belgio dove viene in contatto con la cultura congolese. Incontrerà e entrerà a far parte della band di Grand Kalle, con cui collabora e registra qualche album in studio. Dopo il fallimento del suo nightclub in Camerun a causa del coprifuoco dovuto alla guerra civile, Manu Dibango torna in Francia dove suona in trasmissioni televise con la sua band, assieme a star dell'epoca come Dick Rivers e Nino Ferrer. Dopo il suo primo album "Saxy Jazz", con il quale rinnova il suo successo, la consacrazione arriva con il secondo album "Soul Makossa" nel 1972, che conquista il publico e i musicisti neri Americani dell'epoca. Manu Dibango effetuerà un tour negli Stati Uniti d'America lo stesso anno.

Il single "Soul Makossa" è stato ripreso da tanti altri artisti del calibro di Michael Jackson in "Wanna be starting something", o Rihanna in "Please don't stop the music". Manu Dibango collaborerà con tanti grandi artisti francesi e africani tra cui Serge Gainsbourg, Youssou N'dour, Salif Keita e Papa Wemba.