Era il 2006 quando Manuel Aspidi assaggiò per la prima volta la popolarità: concorrente di Amici, pubblicò il singolo “Soli a metà” che conquistò dischi d'oro e d'argento, stazionando per mesi ai primi posti delle classifiche. Sono passati 14 anni e Manuel non ha mai smesso di fare musica, collezionando collaborazioni di grande rilievo. L'ultimo tassello della sua avventura discografica è “Last call”, un brano che sottolinea la sensibilità dell'artista nei confronti dell'ambiente. Di questo e molto altro Manuel Aspidi ha parlato a Blasting News.
Il nuovo singolo
Ciao Manuel! Dove ti trovi e cosa vedi intorno a te?"
Sono a Roma, a casa mia. Fa molto caldo. Fino a qualche giorno fa mi trovavo a Livorno e c'era un clima più mite".
Il tuo nuovo singolo “Last call” è un grido d'allarme per la difesa dell'ambiente. Com'è nata la canzone?
"Il pezzo è nato da Phil Palmer e Julian Hinton su mia richiesta. Volevo dar voce alla tematica della tutela del nostro pianeta, della natura, degli animali. In questo momento la Terra ci sta facendo una chiamata, ci sta chiedendo di ascoltarla. L'uomo la sta distruggendo".
L'intero ricavato dalle vendite della canzone verrà devoluto a WWF Italia.
"Sì, la mia produzione l'ha proposta al team di WWF che l'ha sposata a cuore aperto.
È diventata la colonna sonora della giornata mondiale dell'ambiente dello scorso 5 giugno".
Cosa ti lega a questa tematica?
"Sono un amante degli animali all'inverosimile. Il mio habitat è la natura. Per rigenerarmi faccio grandi passeggiate nei boschi e nelle foreste, dove mi sento a casa. È una questione che mi interessa sin da piccolo.
Da bambino dicevo: “se un giorno potrò lanciare un messaggio, sarà di speranza nei confronti della Terra che ci ospita e che stiamo deteriorando senza accortezza”.
Quali sono le piccole abitudini quotidiane che hai adottato per salvaguardare l'ambiente?
"Non getto le cose in acqua o a terra: le tengo con me finché non trovo un cestino.
Se tutti noi lo facessimo, non ci sarebbe tutta l'immondizia che si trova nelle strade o nel mare. Mi è capitato di trovare e raccogliere bottiglie di plastica nel mare, ma anche cose meno carine come i mozziconi di sigaretta. Trovo altrettanto importante rispettare gli animali. Non mangio carne da diverso tempo. È una questione di etica personale nei loro confronti. Li amo e rispetto a 360°".
Non è la prima volta che lavori con Phil Palmer. Cos'hai scoperto, o imparato, lavorando a stretto contatto con un artista così importante?
“Lui è il mio papà musicale. È un'ispirazione continua. Quando siamo in studio rimane ore a cercare di far “girare” o “suonare” un pezzo come vuole lui. Magari ripete tutte le chitarre finché non vengono alla perfezione.
Ti stimola a lavorare in studio, ti sprona a crescere. Io lo chiamo “cavallo con il paraocchi”: è un grande professionista, nonché una persona molto carina che ha sempre usato parole belle nei miei confronti. Crede nel mio talento e mi regala sempre apprezzamenti importanti. Ricevere complimenti dai fans è bello, ma se uno come Phil ti dice “sei una delle voci più belle con cui abbia mai lavorato”, diventa un'emozione grandissima che quasi non riesco a spiegare”.
Le tematiche sociali
Il brano del 2018 “L'uso delle mani” era dedicato alle vittime di femminicidio. Ci sono altre tematiche sociali che vorresti trattare nelle tue canzoni?
"Il bullismo, l'omofobia, il razzismo. Sono argomenti all'ordine del giorno che però non dovrebbero più esistere.
Purtroppo la mente umana non ha l'intelligenza per apprezzare la diversità, che diversità non è. Nelle mie canzoni mi piace raccontare qualcosa che mi appartiene davvero. In “Oh yeah”, per esempio, canto quanto sia importante prendere la vita con leggerezza. Questo lockdown ce ne ha fatto rendere conto più che mai: una semplice passeggiata cambiava la giornata!".
Il tuo nuovo tour è stato cancellato a causa dell'emergenza sanitaria. Cosa ne pensi della crisi che ha colpito il mondo dell'intrattenimento e degli eventi?
"Esibirsi è importante. Come artista sento la necessità di stare davanti al pubblico: è linfa, energia. Fare un disco in studio è bello, ma quando ti interfacci con il pubblico si creano energie indescrivibili.
Il discorso non vale solo per me: dietro uno spettacolo c'è una macchina che si muove che è composta da tantissime persone, che oggi sono ferme senza lavoro. Sarebbe bello ripartire ma è bene mantenere la guardia alta. Io ho avuto il covid-19 e non è stata una bella esperienza".
È per questo che non hai aderito all'iniziativa “#iolavoroconlamusica” sposata da molti tuoi colleghi?
"È stato un caso. Un movimento di questo genere è importante. Bisogna ricordare l'importanza che ha la musica nella vita di tutti, incluso il singolo artista". Guardando indietro alla tua carriera, che ormai è ampiamente pluri-decennale, se potessi cambiare una scelta soltanto tra quelle che hai fatto, quale cambieresti?
"Non rimpiango niente. Forse cambierei l'aspetto caratteriale. Negli anni mi sono forgiato e formato tanto. In passato ho vissuto esperienze uniche ma senza tranquillità: mi facevo dominare dall'ansia, volevo fare bene e avevo troppo stress addosso. Ammiro quelle persone che hanno vissuto le mie stesse emozioni ma con maggiore serenità. Bisogna imparare a vivere le cose con maggiore leggerezza".
Ci sei riuscito?
"Adesso sì, sono molto più tranquillo e sereno. Mi godo il momento. Prima ero troppo concentrare sulle mie ansie e paure".
I nuovi progetti
È passato più di un anno dall'uscita del tuo Ep di inediti “Libero (i'm free)”. Dopo questa “Last call” arriverà nuova musica?
"L'anno scorso il mio singolo è stato distribuito su tutto il mercato mondiale, entrando in classifiche importanti come la Adult Contemporary di Billboard.
Grazie a questo successo sono nate nuove opportunità: ci saranno collaborazioni di alto livello nel mercato americano e realizzeremo un intero EP in inglese per il mercato USA ed europeo. Anche “Last call” è entrata in classifiche internazionali i e questo ci stimola ancora di più a puntare su questo nuovo lavoro da distribuire anche oltreoceano".
Concludiamo con le nostre domande di rito. Qual è il tuo brano del cuore?
“Overjoyed” di Stevie Wonder, con cui sono cresciuto. Sono molto legato anche ai miei brani, in particolare “Soli a metà”: le persone continuano a fermarmi e a dirmi che con quella canzone si sono sposati, conosciuti o altro. È bellissimo perché ti ringraziano per ciò che tu ami fare.
Qual è l'artista che ascolti più spesso in questo periodo?
Ascolto tantissima musica internazionale. Lewis Capaldi è giovane ma sta facendo belle cose con un bel sound. Ascolto molto Ed Sheeran e ovviamente Stevie Wonder che con quelle sonorità qe uella vocalità mi emoziona tantissimo.