La morte di George Floyd, ucciso lo scorso 25 maggio a Minneapolis durante un fermo di polizia, ha suscitato reazioni molto forti in tutto il mondo. Oltre alle numerose manifestazioni di protesta organizzate in diverse città degli Stati Uniti, sono state lanciate anche iniziative solidali nate nel mondo dello spettacolo. È il caso del Blackout Tuesday, iniziativa lanciata da Atlantic Records.

La campagna Blackout Tuesday

A proporre la campagna Blackout Tuesday sono state Jamila Thomas, dirigente dell’etichetta discografica Atlantic Records, e la sua ex collega Brianna Agyemang.

"È un giorno per prendersi una pausa per una onesta, riflessiva e produttiva trasformazione riguardo le azioni che, collettivamente, dobbiamo fare per supportare la comunità nera", queste le loro parole.

L'idea è quindi quella di fermare il mondo della musica per un giorno intero (martedì 2 giugno) e non pubblicare alcun tipo di contenuto come forma di protesta per la morte di George Floyd. Di qui la nascita dell'hashtag #theshowmustbepaused, ovvero lo spettacolo deve fermarsi.

L'appello è stato dunque lanciato inizialmente all'interno del settore musicale americano, ma ha trovato sempre più riscontro arrivando a coinvolgere il settore artistico nel suo insieme nonché le persone comuni, che hanno voluto esprimere la propria solidarietà sui social network, in particolare su Instagram, pubblicando milioni di foto completamente nere accompagnate dall'hashtag #blackouttuesday.

Blackout Tuesday: l'adesione degli artisti

Sono stati moltissimi gli artisti che hanno deciso di aderire a questa iniziativa. Nel mondo della musica hanno partecipato artisti del calibro di Paul McCartney, Elton John, Patti Smith e i Rolling Stones. Anche molti cantanti italiani hanno espresso la loro solidarietà, da Gianna Nannini a Biagio Antonacci.

Hanno fatto sentire la propria voce anche artisti appartenenti al mondo del cinema, come Natalie Portman o Jennifer Aniston, e personaggi celebri dello sport, come i calciatori Kevin Prince Boateng o Paulo Dybala.

Blackout Tuesday: partecipano anche le grandi aziende

Il Blackout Tuesday è riuscito a coinvolgere non soltanto gli artisti di tutto il mondo, ma anche alcune grandi aziende che forniscono servizi di streaming, come Spotify, Apple Music, Amazon Music e YouTube Music.

Particolarmente significativa la scelta di Spotify di aggiungere ad alcune playlist otto minuti e 46 secondi di silenzio, esattamente lo stesso tempo in cui l’agente di polizia Derek Chauvin avrebbe tenuto premuto il proprio ginocchio sul collo di George Floyd. A ciò si aggiunge la promozione, da parte di queste piattaforme, di musica di artisti afroamericani.