Eric Clapton, sempre più scettico nei confronti dei vaccini, non suonerà nei locali inglesi e, probabilmente, anche in molti altri eventi in tutta Europa. Il musicista ha rivendicato la sua opposizione nei confronti dell'obbligo vaccinale decidendo di annullare i concerti in cui, come è stato da lui stesso annunciato, la platea subirà quella che lui definisce una "discriminazione" legata alla somministrazione del vaccino. Tutto ciò avviene all'indomani dell'annuncio di Boris Johnson per il quale da settembre il Green pass diventerà d'obbligo per l'accesso agli spettacoli e agli eventi sportivi organizzati nel Regno Unito.

Lo stesso Clapton, che aveva ricevuto entrambe le dosi di AstraZeneca tra febbraio e marzo scorso, aveva denunciato a maggio, in un messaggio via Telegram indirizzato all'amico italiano (esponente anti-lockdown) Robin Monotti Graziadei, di aver sofferto di pesanti e invalidanti effetti collaterali.

L'episodio di maggio

Mentre sempre più nazioni chiedono una certificazione vaccinale per contrastare la diffusione della variante Delta da Coronavirus all'entrata di ristoranti, alberghi, spettacoli e manifestazioni sportive e le restrizioni sugli spostamenti tra stati vengono intensificate, l'industria dell'entertainment subisce pesanti contraccolpi, con una sequela di date annullate o posticipate alla primavera del 2022.

Molte le posizioni contrarie a tali misure: quelle di Clapton, d'altronde, erano ben note dallo scorso maggio, quando il chitarrista lamentò di aver sofferto di gravi sintomi quali l'intorpidimento di mani e piedi, bruciore e inabilità a suonare, a seguito di somministrazione di ambedue le dosi del vaccino.

Il cantante era stato rassicurato circa l’innocuità del vaccino, benché soffrisse di una patologia (la neuropatia periferica) di cui una forma particolarmente acuta (sindrome di Guillain-Barré) è stata riconosciuta dall’EMA (l’ente europeo che si occupa di testare i farmaci e decidere se metterli in commercio) come un possibile evento avverso conseguente al vaccino Astrazeneca.

Tali effetti, che avevano minacciato la cinquantennale carriera del chitarrista, lo avevano indotto a schierarsi dalla parte dei no-vax.

Clapton e gli altri artisti no-vax

Clapton non è peraltro l’unico a esprimere scetticismo nei confronti dei vaccini; altri artisti hanno manifestato pubblicamente le proprie posizioni no-vax, tra questi Van Morrison e Ian Brown degli Stone Roses.

Quest’ultimo ha scritto in un tweet “No lockdown no tests no tracks no masks no vax”, sostenuto di rimando dalle parole di Van Morrison, che in una delle sue ultime canzoni attacca le misure restrittive anti-contagio definendo gli esponenti del governo inglese dei “bulli fascisti che disturbano la nostra pace”. Il musicista irlandese ha inoltre collaborato con Clapton in una nuova canzone anti-lockdown, dal titolo “Stand and deliver”, in cui i due artisti condannano la decisione di annullare i concerti scagliandosi contro quello che loro definiscono clima di terrore diffuso tra la popolazione dal governo.

L'esercito dei vaccinati

Nonostante il calo di fiducia che si è abbattuto negli ultimi mesi sul vaccino AstraZeneca in Europa, il medicinale del gruppo anglo-svedese è ritenuto uno dei più sicuri in circolazione.

Il vaccino garantirebbe infatti una copertura limitata (intorno al 60%), ma avrebbe fornito i report migliori tra tutti quelli finora messi in commercio. Inoltre, secondo la SISET (Società italiana per lo studio emostasi e trombosi), non sarebbe emerso alcun rischio trombotico tra i pazienti monitorati dopo l'assunzione del vaccino; al contrario, questo metterebbe al riparo dal rischio di sviluppare trombosi (associata ad alcune forme avanzate di Covid), specialmente nel caso di pazienti con una storia di trombosi o anomalie nella coagulazione sanguigna alle spalle. Molte sono le star che hanno manifestato nei mesi scorsi attraverso i propri profili social l’adesione alla campagna vaccinale; tra questi Hugh Jackman, Jane Fonda, Anthony Hopkins, Michelle Obama e George W Bush.