Uno sbirro qualunque”, è questo il singolare nome d’arte di un giovane di 26 anni, che da alcuni di giorni si sta guadagnando i titoli di diverse testate giornalistiche, che lo descrivono – e talvolta lo intervistano – come il “rapper poliziotto”.

Una definizione che, nonostante a molti possa suonare come un ossimoro, non sottintende alcuna metafora, si tratta di una pura e semplice constatazione dalla realtà: il ragazzo è effettivamente un agente di Polizia, pubblica brani Rap su YouTube e promuove la sua musica su Instagram.

Uno sbirro qualunque: l'agente di Polizia che fa rap suscita la curiosità della stampa

I numeri di “Uno sbirro qualunque” per la verità sono gli stessi di molti rapper che si affacciano per la prima volta sui social con la sua musica: poco più di mille fan su Instagram, poco più di 10.000 visualizzazioni per i video dei brani caricati su YouTube. Ciò che sicuramente distingue il 26enne di origine campana è proprio il nome d’arte, che fa esplicito riferimento alla sua professione di poliziotto, ma anche e soprattutto l’immagine del ragazzo, che nei video dei propri brani indossa la divisa, ma anche un passamontagna.

“Tutti i giorni per strada a prendere insulti e tacere ad ogni sassata, non è per la grana.

Va bene solo se chi spara non è una guardia. Siamo a difesa di tutti, ma se ci pensi a noi chi ca**o ci difende".

Dichiara “Uno sbirro qualunque” nel suo ultimo brano, senza disdegnare un linguaggio esplicito che ricorda per certi versi – pur ribaltandone sostanzialmente il senso – una vecchia rima di Fedez, che recitava: "Poliziotti protettori della legge / ma a noi dai poliziotti chi è che ci protegge?".

La rima di Fedez era a sua volta ispirata dal brano "I veri criminali" di Lord Bean. Ovviamente non è possibile affermare che si tratti di un riferimento esplicito e consapevole.

Ciò che c'è di certo è che la vicenda sembra aver colpito la stampa italiana, tra i ieri ed oggi sono infatti diversi gli articoli pubblicati sulla vicenda dalle testate giornalistiche.

Uno sbirro qualunque: 'Veniamo giudicati se reagiamo, ma anche se non agiamo'

Interpellato da un'agenzia stampa "Uno sbirro qualunque" ha spiegato quali sono i suoi obiettivi a livello musicale.

Queste le sue parole: “Ritengo che dietro al mio passamontagna ci siano tuti gli appartenenti alle forze dell’ordine che non hanno modo di esprimersi, quelli che tutti i giorni lavorano per difendere tutti quanti, incluse quelle persone subito pronte a puntare il dito alla prima occasione. Io amo il rap, la passione per la scrittura è nata in me quando avevo 13 anni, oggi denuncio quelle che a me sembrano delle vere e proprio storture, come se il mondo fosse al contrario. […] Noi rischiamo la vita ogni giorno, veniamo presi a parolacce, insultati, ci prendiamo gli sputi. Veniamo giudicati se reagiamo, ma anche se non agiamo”.