Pinocchio è stato presentato per la prima volta al BFI London Film Festival il 15 ottobre 2022 anche se il film diretto da Guillermo del Toro è arrivato all'attenzione di tutti solo con la distribuzione sulla piattaforma streaming Netflix il 9 dicembre scorso. Già dalla diffusione del trailer di Pinocchio avvenuta lo scorso agosto tramite Netflix l'attesa era alle stelle, l'attesa per assistere all'intera pellicola adesso è ufficialmente terminata. Il film, che oltre a del Toro vede anche la co-direzione di Mark Gustafson, ripercorre molto fedelmente la storia originale nata dalla mente dello scrittore fiorentino Carlo Collodi (pseudonimo in realtà di Carlo Lorenzini) e pubblicata per la prima volta nel 1883 con il titolo "Le avventure di Pinocchio.

Storia di un burattino".

Questo film di del Toro e Gustafson vede come protagonista appunto il burattino Pinocchio, creato dal mastro falegname Geppetto in seguito alla tragica perdita del figlio Carlo e portato in vita magicamente dallo Spirito del Bosco. Il burattino, quindi, finirà per vivere mille peripezie insieme all'amico Lucignolo, fino ad un finale letteralmente da brividi che lo porterà alla scoperta di sé stesso. Il film è ambientato in Italia durante il periodo che va dall'inizio degli anni '20 e inizio anni '40, in pieno regime dittatoriale, un dettaglio che però cambia molto in termini di impatto culturale e del messaggio che i registi intendono mandare con questa pellicola.

Pinocchio al cinema e in televisione

Inutile e quasi superfluo ricordare le innumerevoli trasposizioni filmiche che tale storia ha avuto nel corso del secolo successivo, tra cui lo sceneggiato televisivo Le avventure di Pinocchio diretto da Luigi Comencini e trasmesso dalla RAI nell'aprile del 1972, suddiviso in cinque puntate.

Impossibile non menzionare anche il classico Disney del 1940 diretto, tra gli altri, da Hamilton Luske, Wilfred Jackson e Norman Ferguson, o i più recenti adattamenti ad opera del regista romano Matteo Garrone del 2019 e quello di Robert Zemeckis del 2022 (che ripercorre, quest'ultimo, a grandi linee, l'adattamento già citato in precedenza del 1940).

Questo adattamento di produzione e distribuzione Netflix lascia molto trasparire dell'immaginario e dell'impronta datagli da uno dei suoi due registi, Guillermo del Toro, mente geniale e visionaria dietro a lavori di genere di tutto rispetto come Hellboy del 2004 ed Hellboy The Golden Army del 2008 (adattamenti del fumetto creato da Mike Mignola), ma anche ad opere di grande critica antimilitarista come Il Labirinto del Fauno o Pacific Rim, colme dell'immaginario dello scrittore statunitense Howard Phillips Lovecraft, tanto amato dal regista messicano. Ciò si può infatti evincere anche ad esempio dell'estetica della Balena all'interno della pellicola.

Il film, ambientato in pieno periodo del Ventennio dittatoriale, vede nel cast dei suoi interpreti attori e voci di tutto rispetto come Gregory Mann nel ruolo del figlioletto di Geppetto, Carlo, e di Pinocchio, Ewan McGregor nel ruolo di Sebastian il Grillo, David Bradley nel ruolo di Geppetto, Ron Perlman (attore feticcio e molto amico di del Toro) nel ruolo del padre podestà, Tilda Swinton nel ruolo della Morte e dello Spirito del Bosco, Cate Blanshett nel ruolo della scimmia di nome Spazzatura.

Regia e fotografia in Pinocchio

La pellicola, realizzata in tecnica stop-motion, vanta una fotografia molto calda e rilassante ed una regia con inquadrature e piani sequenza studiati alla perfezione, praticamente al millimetro. Una menzione speciale va al design dei vari personaggi, molto "ruvido" , molto lontano da quello delle varie vecchie iterazioni e trasposizioni della storia negli anni passati.

Un grande inno libertario antimilitarista

Si tratta di un film che appunto riprende molto da opere precedenti del suo regista, come il già citato Il Labirinto del Fauno del 2006, ambientato durante e dopo la rivoluzione franchista. Pinocchio è infatti un grande inno antimilitarista, nel quale c'è ad esempio questa curiosa rappresentazione del Paese dei Balocchi come di un campo di addestramento militare, nel quale la guerra per dei bambini è sottovalutata e presa come un gioco da fare in compagnia divertendosi.

Vi è molto presente il tema della morte, quasi come elemento centrale del film, molto edulcorato invece nelle iterazioni precedenti della storia. Ma ci sono molte citazioni anche de La Forma dell'Acqua del 2017, soprattutto nell'atto finale del film, tenero e commovente al punto giusto, nel quale viene rimarcata la grande importanza dell'amore paterno, dell'amicizia, incarnata dal grillo Sebastian (il cui colore, il blu, lascia intendere una grande saggezza e purezza d'animo, così come per lo Spirito del Bosco).

Un film praticamente quasi esente da difetti, che ha poco o quasi nulla a che fare con i classici Disney per famiglie studiati per un pubblico solo giovanile ed infantile, ma che anzi fa molto riflettere su un periodo storico molto infelice per l'Europa (e forse per il mondo intero) anche con scene abbastanza crude, per così dire.