Napoli-New York, ultima fatica del regista napoletano Gabriele Salvatores e prodotta da Paco Cinematografica e Rai Cinema, è approdata nei cinema italiani il 21 novembre.
La trama
Dopo il crollo della sua abitazione nel centro storico di Napoli, la piccola Celestina rimane sola e abbandonata e l'unica cosa che le rimane è l'amichetto Carmine, un giovane che vive di espedienti per i vicoli della città.
Dopo varie peripezie a dir poco folli (una tra tante la vendita da parte di Carmine di un autentico esemplare di cucciolo di giaguaro sudamericano), i due finiscono accidentalmente per imbarcarsi sulla nave Victory, che li porterà direttamente a New York, nella quale Celestina ne approfitterà per cercare sua sorella Agnese, arrestata e sotto processo perché accusata dell'omicidio del suo compagno.
Una favola natalizia con tanto cuore
Basato su di un manoscritto a opera di due mostri sacri come Federico Fellini e Tullio Pinelli, Napoli - New York è una favola natalizia destinata a farci compagnia probabilmente per tutto il periodo festivo dei prossimi giorni, un regalo che il regista ha deciso di confezionare anche in parte come omaggio alla sua città d'origine. Un'autentica sorpresa, una fotografia di un periodo storico molto delicato che ha visto da poco concludersi il secondo conflitto mondiale, con tutti gli strascichi, le gravissime conseguenze e i numerosi danni che ha portato soprattutto ad una parte più debole e sofferente della popolazione di certe zone del pianeta. Un monito, per un possibile futuro migliore nella speranza che certi orrori non si ripetano mai più.
Regia e fotografia in Napoli - New York
Una fotografia luminosa, calda e con colori molto accesi e carichi, unita ad una regia da fare invidia a grandi produzioni hollywoodiane, con carrellate, campi e controcampi impeccabili, compongono un'opera di certo non trascurabile e da non far assolutamente passare in sordina, anzi.
Degne di nota sono soprattutto le sequenze di navigazione della nave Victory.
Una critica all'America razzista di inizio '900
Una grande critica al sistema giudiziario americano e agli Usa della prima metà del novecento, ultra razzista e infettata dai pregiudizi nei confronti del diverso. Una riflessione non banale sul tema dell'immigrazione e le sue cause scatenanti, una piccola perla della cinematografia europea forse degli ultimi vent'anni.
Un'opera commovente, come la straordinaria performance attoriale di un Pierfrancesco Favino in stato di grazia nel ruolo del magnanimo Domenico Garofalo, commissario di bordo della nave Victory, che finirà per adottare (forse?) i due ragazzini.
Un film che potrebbe essere interpretato anche come una rivisitazione e una trasfigurazione in chiave più moderna della favola di Pinocchio di Collodi, con il commissario Garofalo nel ruolo di un moderno Mangiafuoco e Carmine in quello del protagonista, un Pinocchio che verso la fine del film acquisisce la sua maturità e diventa il bambino e poi l'uomo che sarà per il resto della sua vita.
Napoli-New York è soltanto l'ultima di molte produzioni cinematografiche che sembrano evidenziare una sorta di gemellaggio tra Italia e Stati Uniti che stanno invadendo le sale in questo periodo.
E soprattutto l'ultima - ma non meno importante - che, stavolta anche grazie al servizio pubblico, rilancia ulteriormente l'immagine di una Napoli con tanti difetti, tra l'estrema povertà di una parte finora poco conosciuta che compone il suo apparato sociale, ma anche di tanto cuore che raramente si trova in altre parti del mondo. Perché, per citare le parole di Celestina all'interno della pellicola, "Tu non sei straniero, sei solo povero. Se sei ricco non sei mai straniero".