Damiano Leone con il suo ultimo romanzo dal nome: “L’inizio della notte”, edito il 5 ottobre 2022 da Leucotea Edizioni, presenta al pubblico un futuro lontano ma non troppo.
Il libro è definibile di genere distopico e a tratti utopico ed è stato classificato come romanzo di narrativa fantascientifica: i fatti raccontati infatti riconducono allo scenario di un futuro apocalittico.
Un romanzo distopico che affronta il tema della clonazione
Il romanzo è ambientato nella prima parte del terzo millennio, nella città di New York. La popolazione è cambiata e ha subìto dei cambiamenti climatici apocalittici, che hanno cambiato il mondo di vedere e percepire le cose.
Al centro della narrazione c'è una casa farmaceutica, la Genetic Project. All’interno di essa si trova un team di persone composto da Takeda, Sara Randi, Filippo Grassi e Birgitt Howard. Essi stanno lavorando a un elisir allunga vita, che permetta di triplicare la durata della vita stessa.
Ma alcuni "poteri forti" dello stato cercheranno di ostacolare questo progetto, poiché vorranno questo elisir solo per sé stessi.
Una nuova stirpe con un DNA completamente modificato
Un'altra tematica che verrà affrontata sarà quella delle mutazioni genetiche, infatti in questa realtà distopica esiste una nuova stirpe con un DNA completamente modificato.
Ben presto al fianco dei personaggi principali entreranno in scena due giovani: Alessandro ed Eleni.
Lui è un ragazzo comune, dotato di semplici caratteristiche, a differenza di lei, che si presenta come una persona forte e audace, capace di avere sempre i riflessi pronti per ogni situazione. È brava anche nelle attività fisiche e veloce sia nel pensiero che nel calcolo. Il loro rapporto iniziale non sarà semplice, ma nonostante le prime avversità i due poi si avvicineranno molto.
Inoltre attraverso il personaggio di Eleni, l’autore presenta la vita delle nuove nascite: infatti i nuovi nascituri saranno totalmente differenti rispetto alle persone nate precedentemente.
Il romanzo tratta quindi non solo l’argomento dei cambiamenti climatici, ma, anche quello della clonazione e della lotta al potere.
"Per la prima volta da quando l’homo sapiens o forse i suoi più antichi progenitori avevano acquisito consapevolezza di sé e della propria mortalità, quel dolore senza consolazione che non fosse quella di confidare in improbabili o indifferenti divinità, era in parte lenito da una speranza non altrettanto esile", riporta un passaggio del romanzo.