Joan Crous è un artista di origine catalana, che vive e lavora da più di 25 anni tra Barcellona e Bologna. Dopo la laurea in storia, ha frequentato l'Accademia d'Arte Massana a Barcellona e si è specializzato nell'ambito del vetro, visitando realtà internazionali come Strasburgo, Stati Uniti, Praga e Montreal. Nel 1994 ha ideato una tecnica di lavorazione del vetro del tutto personale e che si unisce perfettamente a un significato di fragilità dell'operare dell'essere umano e di fugacità temporale. L'artista infatti ha rappresentato all'Arte Fiera 2023 di Bologna la fragilità degli umani tramite l'opera intitolata Fragil per il progetto sociale Do ut do, ideato dall'Associazione Amici della Fondazione Hospice MT.

Nei giorni scorsi Blasting News ha intervistato in esclusiva Joan per conoscerlo meglio e approfondire i suoi progetti artistici.

L'intervista a Joan Crous

Ha proposto Fragil per l'Arte Fiera 2023 di Bologna. Cosa rappresenta quest'opera e come l'ha realizzata?

"Fragil è un'opera creata assieme al progetto Do ut do ed è completamente realizzata in vetro con un processo un po' particolare. Quindi, ho utilizzato la polvere di vetro, che macino io con vetro riciclato e questa viene assolutamente esposta sopra gli oggetti reali con un processo di cottura di 1200 gradi. Dunque, si crea quest'immagine fossilizzata quasi come se rappresentassi una fotografia tridimensionale di un pranzo, dove non c'è colore perché ho voluto rappresentare gli oggetti della vita quotidiana come se fosse una specie di trapassato e allo stesso tempo uno sguardo di ciò che potrebbe succedere in futuro".

Che cos'è esattamente il progetto Do ut do?

"Do ut Do è un progetto che assegna concretamente l'opera Fragil ad una serie di collezionisti. Il fondo è devoluto all'Associazione Amici della Fondazione Hospice di Isabella Seragnoli per un ospedale pediatrico di Bologna. E' un'iniziativa sociale, perché l'arte non può continuare ad essere solo una merce di scambio economico, ma deve essere quella che era una volta.

Io sono un medioevalista e credo nell'arte che comunica e fa scambi tra le persone, che sicuramente sono scambi d'interessi ma non solo monetari. Come si può comprare un'opera e metterla all'interno di una cassaforte e aspettare che prenda un valore? Quella non è arte, ma è moneta di scambio".

Tornando all'opera Fragil, è la rappresentazione della fragilità umana riferita anche alla vita che ha una fine.

Ma se si parla di anima? Quella non dura per sempre?

"L'archeologia è anche l'anima dell'umanità. Quando scopriamo un oggetto del passato andiamo a cercare di analizzare qual era la sua anima e chi lo rappresentava. Gli oggetti raccontano l'uomo e l'uomo è ciò che resta, perché non è solamente un essere, ma è anche tutti gli oggetti che accumula o lo accompagnano nella vita. Abbiamo fossilizzato la nostra contemporaneità di cui gli oggetti possono essere anche banali o di plastica, ma semplicemente è costituita da un elemento di fragilità che è data dal vetro. Questo materiale da anche una sorta di sogno onirico o una specie di Antropocene, che spinge a guardare nel passato. Infatti, antro vuol dire passato e ho giocato con la parola cene per rappresentare nell'opera una cena vera e propria, ma con un elemento quasi della divisione del passato".

Come lo vede invece il futuro dell'arte?

"Spero che nell'arte comincino ad esserci sempre di più degli artisti che non immaginino solamente l'opera come uno scambio commerciale, ma più vicina all'umanità. Vedere l'arte come mero semplice scambio economico non è la strada giusta e credo che i giovani stiano capendo questo messaggio. È vero che siamo ancora in una fase di transizione e l'Arte Fiera lo ha dimostrato, perché ho visto quadri che sono stati esposti negli anni '70 e che sono ancora rappresentati qui nel 2023, ma c'è qualcosa che non va. E' vero l'Arte Fiera è un evento di arte che forse intende solo vendere, ma questo non è assolutamente il mio intento. Infatti, Do ut do mira ad un futuro diverso del linguaggio artistico sempre di più legato ad un'esperienza di comunicazione sociale".