Il 15 ottobre 1923, 100 anni fa, vicino a L'Avana, Cuba, nasceva Italo Calvino, il genio della cultura italiano descritto come "uno dei più affascinanti scrittori che abbiano mai impugnato una penna" dall'accademica statunitense Merve Emre, in un articolo pubblicato sul New Yorker lo scorso febbraio. Nella sua vita fu anche impegnato in politica, prima come partigiano e poi aderendo per alcuni anni al PCI.

Una penna coinvolgente

Calvino è sempre stato descritto dalla critica come un autore che trasmette l'entusiasmo per la scrittura (e i suoi significati nascosti) in ogni frase e in ogni pagina.

La sua prospettiva, costantemente al di là delle apparenze, ha contribuito significativamente a divulgare la passione per i libri ovunque: nelle "Lezioni americane", pubblicate dopo la sua morte nel 1988, incoraggia il lettore a considerare la "leggerezza" come un valore anziché un difetto. Nel celebre "Barone rampante" racconta la Storia tenace del giovane protagonista che, disgustato da un piatto di lumache, decide di non mettere mai più piede a terra, vivendo sugli alberi del giardino di casa sua. Ne "Le città invisibili" invece presenta un lungo racconto di metropoli immaginarie che Marco Polo racconta a Kublai Khan, che ascolta affascinato e riflette su frasi come: "Di una città non sono importanti le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda".

La vita

Italo Calvino, nacque il 15 ottobre 1923 a Santiago de Las Vegas de La Habana, Cuba. Nonostante la sua nascita in terra straniera, fu battezzato "Italo" per amore dell'Italia. La sua famiglia aveva una posizione sociale elevata: sua madre, Eva Mameli Calvino, divenne la prima donna a ottenere la libera docenza universitaria in Botanica e insegnò a Cagliari, sebbene abbia vissuto a lungo a Sanremo con la famiglia; il padre Mario Calvino invece era un agronomo, un mazziniano repubblicano e massone originario di Sanremo.

Nel 1908, il padre di Calvino si trovò al centro di un equivoco internazionale a causa di un attentato fallito contro lo zar Nicola II in Russia: il responsabile fu inizialmente identificato erroneamente come "il giornalista italiano Mario Calvino" ( solo in seguito, l'autore dell'attentato fu riconosciuto in Vsevolod Vladimirovich Lebedincev, un anarchico).

Questo incidente lo costrinse a lasciare l'Italia e emigrare, prima negli Stati Uniti, poi in Messico e infine a Cuba, dove nacque Italo.

Nel 1925, la famiglia fece ritorno a Sanremo, la città della gioventù di Calvino. Questa città era piuttosto diversa dal resto d'Italia all'epoca, con una popolazione composta da vecchi inglesi, granduchi russi e una comunità cosmopolita ed eccentrica. La famiglia di Calvino era considerata altrettanto insolita per la presenza di scienziati, amanti della natura e pensatori liberi. Anche se l'era fascista influenzò alcune scelte come il giuramento di fedeltà al Partito Nazionale Fascista per insegnare all'Università di Torino, Italo Calvino si mantenne aperto alle letture e alle amicizie, appassionandosi alle riviste satiriche e avvicinandosi agli scrittori interessati ai temi etici e sociali come Eugenio Montale ed Elio Vittorini.

La svolta nella vita di Italo Calvino arrivò nel 1943, dopo l'armistizio dell'8 settembre, quando fu costretto a nascondersi per evitare la leva militare sotto il regime della Repubblica di Salò. Nel 1944, insieme al fratello Floriano, aderì alla divisione partigiana delle Brigate Garibaldi intitolata a Felice Cascione, un medico ucciso dai fascisti. Questa esperienza lo avrebbe profondamente influenzato, spingendolo a una maggiore consapevolezza politica e sociale. La sua militanza comunista, seppur distante dall'immagine di "intellettuale militante", fu un aspetto rilevante della sua vita.

Dopo aver lasciato il Partito Comunista Italiano nel 1957, a seguito delle denunce di Nikita Chrusciov sui crimini di Stalin e dell'invasione sovietica in Ungheria, Calvino mantenne il suo impegno sociale e politico, scrivendo articoli su questioni di giustizia sociale e diritti umani.

Collaborò con Einaudi e si aprì a nuove sperimentazioni nella narrativa, compiendo una transizione dalla narrativa realistica al genere fantastico. La sua fase "fantastica" iniziò nel 1952 con "Il visconte dimezzato" e culminò con romanzi come "Il barone rampante" e "Il cavaliere inesistente," che costituirono la "Trilogia degli antenati."

Nel 1967, Italo Calvino si trasferì a Parigi con sua moglie "Chichita" (Esther Judith Singer) e la figlia Giovanna. Questo periodo parigino durò tredici anni e lo vide coinvolto in collaborazioni con importanti intellettuali francesi, anche se condusse una vita piuttosto appartata. Durante questo periodo, Calvino abbracciò la sperimentazione stilistica e si interessò ai confini della scienza, come dimostrato in opere come "Le Cosmicomiche."

Dopo una carriera prolifica, Italo Calvino morì a Siena il 19 settembre 1985.

Le sue opere postume, come "Lezioni americane" del 1988, testimoniano la sua convinzione che la letteratura avesse il potere di comunicare e sfidare l'omogeneità della società moderna. Calvino è stato un autore eclettico, influenzato da diverse correnti letterarie e impegnato nella promozione della conoscenza della realtà in tutte le sue sfaccettature. La sua scrittura si evolse nel corso della sua vita, spaziando dal neorealismo all'esperimento fantastico e al postmodernismo, mentre manteneva una sensibilità per le questioni sociali e politiche.