Dopo un anno esatto dalla morte di Mario Cerne, figlio dello storico collaboratore di Umberto Saba, la figlia Ada risolleva la Libreria Antiquaria Umberto Saba, a Trieste: un luogo storico e culturalmente importante, affidato alla gestione di Massimo Battista. Pochi mesi fa era stato effettuato un restauro, per recuperare e preservare la storicità del luogo e permettere la conservazione della collezione libraria presente.
L'inaugurazione e la riapertura
Il 28 gennaio, nell'anniversario della morte di Mario Cerne, ha riaperto al pubblico e alla vendita la Libreria Antiquaria Umberto Saba: una data che sottolinea e ricorda l'importanza del lavoro svolto da Mario fino alla fine.
Sono molti, infatti, gli omaggi all'uomo che ha ricevuto in custodia dal padre un luogo importante per la comunità triestina, e la presenza della figlia Ada rende la cerimonia ancora più emozionante per chi ha conosciuto Mario Cerne.
Presenti anche il Presidente del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia, il vicesindaco della città di Trieste, gli autori locali Dino Faraguna e Stelio Vinci.
La storia della libreria
Acquistata da Umberto Saba nel 1919, risollevando la precedente libreria antiquaria preesistente di Mayländer, divenne il luogo dove il poeta trascorse gran parte del suo tempo: ribattezzata con il nome di "Libreria antica e moderna", per Saba questo era un "antro oscuro", ma soprattutto un luogo sicuro in cui rifugiarsi durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale.
La libreria accolse numerosi artisti, divenne il suo laboratorio di scrittura e lavorò qui insieme al suo collaboratore, Carlo Cerne: quest'ultimo, poi, la prese in gestione nel 1957, e cedette l'attività al figlio che la portò avanti fino alla sua morte.
Di proprietà della Comunità Ebraica di Trieste, l'immobile mantiene all'interno lo stesso pavimento e le stesse scaffalature utilizzate da Saba, così come i beni presenti all'interno rimangono di proprietà della famiglia Cerne.
Sulla scrivania personale di Saba è ancora presente (protetta sotto una teca di vetro trasparente) la macchina da scrivere dell'autore, sugli scaffali il Fondo sabiano e altri 28.000 volumi antichi: una libreria antiquaria che assume il ruolo di piccolo museo, nel quale è possibile ammirare un pezzo della storia letteraria italiana.
La nuova gestione della libreria
Ada Cerne, figlia di Mario Cerne, eredita la memoria di Saba e i beni presenti nella libreria e decide di darla in gestione a Massimo Battista, che ha in mente una missione precisa: attirare un pubblico più vasto, mantenendo inalterato il valore storico del luogo ma aggiungendo un tocco di modernità. E lo fa a partire dal logo, ispirato alla poesia "L'arboscello" e che riprende anche la figura del libro.
Presenti inoltre un numero selezionato di titoli contemporanei locali e di "oggetti poetici", gadget che è possibile acquistare come ricordo di un'esperienza culturale immersiva: l'obiettivo è infatti quello di invogliare giovani e turisti ad entrare in libreria, per conoscere ed approfondire una realtà storica e letteraria del Novecento, oltre a restituire un punto di riferimento fondamentale per la popolazione triestina.