Il 30 gennaio si celebra la Giornata scolastica della nonviolenza e della pace, un’occasione per sensibilizzare studenti e insegnanti su valori fondamentali come il rispetto e la convivenza civile. Istituita nel 1964 dal poeta spagnolo Llorenç Vidal Vidal, questa giornata coincide con l’anniversario della morte di Mahatma Gandhi, simbolo della resistenza nonviolenta. Il suo messaggio, fondato sull’ahimsa, ovvero la nonviolenza attiva, resta un punto di riferimento per chi lotta contro le ingiustizie.

La scuola come luogo di crescita e convivenza

La scuola non è solo un ambiente di apprendimento, ma anche il primo contesto sociale in cui i ragazzi imparano a relazionarsi.

In un mondo segnato da tensioni e conflitti, insegnare la gestione pacifica delle divergenze è essenziale per costruire una società più giusta.Il bullismo e l’emarginazione sono forme di violenza spesso sottovalutate, ma possono lasciare segni profondi. È quindi necessario educare i giovani all’empatia e alla comprensione, affinché vedano la diversità come un’opportunità e non come una barriera.

L’educazione alla nonviolenza non vuole limitarsi a un’unica giornata celebrativa, ma deve diventare una pratica quotidiana. Comprendere le emozioni proprie e altrui, gestire i conflitti senza aggressività e costruire relazioni basate sul dialogo sono abilità fondamentali.Secondo Gandhi, Per lui, la pace non poteva coesistere con l’ingiustizia economica o sociale.

Si opponeva alla discriminazione e alla dipendenza da sistemi ingiusti, promuovendo l’autosufficienza e la solidarietà. Trasmettere questo principio ai giovani significa insegnare che la nonviolenza è un impegno attivo nella costruzione di un mondo più equo.

Un impegno che va oltre una ricorrenza

La Giornata Scolastica della Nonviolenza e della Pace deve essere un punto di partenza, non un evento isolato.

Spetta agli insegnanti, alle famiglie e alle istituzioni educative portare avanti questo messaggio nel corso dell’anno, attraverso attività didattiche e progetti concreti che aiutino gli studenti a sviluppare il senso di responsabilità verso sé stessi e verso gli altri.Solo attraverso un’educazione costante alla pace si possono formare cittadini consapevoli e pronti a costruire un futuro basato sul rispetto e sulla giustizia.

Come diceva Gandhi: “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. E forse quel cambiamento può iniziare proprio tra i banchi di Scuola, dove si formano le menti del futuro con valori di pace e dove il rispetto, il dialogo e la tolleranza diventano azioni quotidiane.