Non ci facciamo neanche caso, tanto siamo abituati a usarlo, eppure l'ascensore è un'invenzione straordinaria che ha cambiato il mondo. Ci avete mai pensato? Lo afferma il fondatore del museo di New York a esso dedicato, Patrick Carrajat, secondo cui non esisterebbero città come le conosciamo senza questo mezzo di trasporto: sarebbero invece gigantesche metropoli in continuo sviluppo orizzontale, dove gli spostamenti non sarebbero certo una semplice 'passeggiata'. Questa però non è l'unica curiosità: per conoscerla nei dettagli, ripercorriamo la storia fin dall'inizio.

L'ascensore fu presentato a New York nel 1854

Fin dall'antichità sono stati usati diversi dispositivi di sollevamento, con corde e verricelli azionati da animali e uomini. A un certo punto, durante l'Esposizione universale di New York (1854) accadde qualcosa di straordinario. Un signore salì su un montacarichi, tagliò le corde di sostegno e, tra lo stupore della folla, si fermò a pochi metri dal suolo senza sfracellarsi. Quell'uomo era Elisha Otis, l'inventore del 'paracadute' di sicurezza: un meccanismo che fa scattare una molla che aziona due cunei, se l'ascensore va troppo veloce, e bloccano la discesa infilandosi nelle guide di scorrimento.

In quel momento, da semplice montacarichi diventò un mezzo sicuro anche per il trasporto delle persone.

Il primo ascensore per i passeggeri, velocità 12 metri al minuto, fu installato dalla Otis in un grande magazzino di New York il 23 marzo del 1857. All'inizio erano considerati come 'stanze mobili': sedie, divanetti, moquette e lampadari rendevano confortevole il 'viaggio' verso i piani alti degli edifici. Oggi invece sono molto più semplici.

Anche allora bisognava chiamarlo, ma non c'erano bottoni da pigiare: si urlava, per richiamare l'attenzione del manovratore, sostituito dai congegni automatici dal 1924 in poi.

Uno dei mezzi più sicuri, ma in caso di incidente che fare?

Quante volte, nei film catastrofici, abbiamo visto queste scene? Cavi spezzati, la cabina che precipita nel vuoto, schianto finale e urla di terrore.

Un vero incubo per molti, ipotesi molto remota nella realtà. L'ascensore è 21 volte più sicuro delle scale mobili, con meccanismi di sicurezza tali da rendere praticamente impossibile cadute fatali. Ma che fare se l'incubo si materializza e precipitiamo, ad esempio, a causa di un attacco terroristico o un terremoto? Il gesto più istintivo, secondo l'esperto Eliot H. Frank, è sconsigliabile: accovacciarsi a terra rischia di provocare lesioni gravissime alla colonna vertebrale e alle ginocchia. Da scartare anche il salto in alto, per compensare la velocità di caduta prima dell'impatto: anche se ci riuscite - aggiunge l'esperto - sbattereste la testa con violenza contro il soffitto, procurandovi gravi lesioni.

La cosa giusta da fare: avrete più probabilità di sopravvivenza se vi sdraiate a pancia in su, aderendo al pavimento con la maggior superficie possibile del corpo, e coprendovi la testa con le braccia per proteggervi dai detriti. Una scelta che richiede un grande sangue freddo, meno istintiva, ma è l'unica che potrebbe salvarvi la vita. Al momento dell'impatto, infatti, la forza sarebbe distribuita sul corpo intero, diminuendo così il rischio di procurarvi lesioni interne e fratture.