Con la pubblicazione del testo "Il metodo della pedagogia scientifica applicato all'educazione infantile nelle case dei bambini", risalente al 1909, Maria Montessori cambiò la chiave di lettura della pedagogia, diversamente intesa fino a quel momento, e iniziò a gettare delle solide basi per una disciplina più moderna che mettesse al centro il bambino, le sue esigenze, la sua spontaneità e il suo diritto di conoscere il mondo.
Secondo la celebre pedagogista, i bambini andrebbero lasciati liberi di creare e scoprire il mondo, di svolgere da soli le proprie attività, senza continui interventi da parte degli adulti.
Solo in questo modo, infatti, i piccoli mostrano il loro vero IO ed imparano ad autoregolarsi e disciplinarsi.
In base alla pedagogia montessoriana, sono state stilate alcune regole fondamentali che ogni genitore e ogni educatore dovrebbe conoscere e mettere in pratica per educare all'autonomia e alla libertà i bimbi, che saranno gli adulti capaci di domani.
Educare alla libertà: 5 regole di base
Educare il bambino a fare da solo: questo è forse il punto più esplicativo della pedagogia montessoriana. Lasciare il bimbo libero di svolgere le proprie attività e di raggiungere gli obiettivi nella più completa autonomia - un po' come avviene per il linguaggio e i primi passi - lo aiuta a prendere coscienza di sé e delle proprie capacità.
Grazie a questo metodo, infatti, si sentirà libero di compiere le proprie conquiste, capace, gratificato e motivato.
Lasciare che il bambino svolga le faccende domestiche: quante volte vi siete sentiti dire da giovani, "no, questo non puoi farlo perché sei piccolo?". Forse troppe. Secondo la Montessori, impedire ad un bimbo di svolgere un'attività per cui mostra interesse, significa porre un ostacolo lungo il suo cammino.
Lasciate, dunque, che i vostri figli svolgano delle piccole faccende domestiche, che si sentano parte integrante della casa e che possano dare il loro contributo. Un bambino di due anni potrà sicuramente aiutare il genitore a portare il pane sulla tavola o la mamma a spolverare, non perché il genitore richieda il suo aiuto, ma perché così facendo darà la possibilità al bimbo di sviluppare se stesso, e di prendere coscienza di tutte le cose che può fare.
L'adulto, un osservatore silenzioso: importante, secondo la pedagogia montessoriana, è che il genitore o l'educatore non diventi parte centrale dell'attività del bambino. Ovviamente, laddove le richieste del bimbo dovessero essere inverosimili o pericolose per sé e per gli altri, la persona matura è chiamata ad intervenire per ristabilire l'ordine, ma fino a quel momento è bene che i più piccoli facciano da sé. L'adulto, dunque, dovrebbe limitare il proprio coinvolgimento ma essere presente, infondendo sicurezza nel bambino. Dovrebbe osservare molto e parlare poco.
Il contatto con la natura: la forza dei bambini è maggiore di quanto solitamente si è portati a credere. Essi sono mossi da una forte volontà di conoscere, padroneggiare e fare, e più sono gli stimoli con cui vengono a contatto, maggiori saranno le capacità che svilupperanno.
Bisognerebbe educare i bimbi al contatto con la natura, non limitando la loro voglia di fare. Perciò, se la famiglia decide di fare una passeggiata nel parco, anziché prendere il piccolo in braccio per velocizzare i tempi, dovrà fare in modo che possa camminare da solo, soffermandosi su tutti quegli elementi che catturano i suoi interessi. In tal modo, la passeggiata diventerà sì più lunga, ma il bambino avrà arricchito il suo bagaglio di esperienze, sentendosi soddisfatto e grato verso l'adulto.
Prendersi cura degli animali e/o delle piante del giardino: i bambini che fin da piccoli vengono sensibilizzati al contatto con la natura e alla cura di un piccolo animale domestico, sviluppano nel tempo un maggior senso di responsabilità e previdenza.
Sapere che senza le sue cure la pianta potrebbe seccare, ad esempio, non solo responsabilizza il bimbo, ma lo aiuta a sentirsi parte integrante della vita, e capace di prendersi cura di un altro piccolo essere vivente.