Ispirazione, inventiva, curiosità per i movimenti codificati nei valori biochimici che caratterizzano la vita. Con queste attitudini Enrico Milan, nato a Rovigo 33 anni fa, è il più giovane ed unico ricercatore italiano che si è aggiudicato un premio prestigioso: il "Brian D. Novis Junior Award 2019", un finanziamento della International Myeloma Foundation ritirato solo poche settimane fa in California a San Diego in occasione del Congresso Internazionale della Società Americana di Ematologia. I progetti selezionati erano in tutto 6, due australiani, due statunitensi, uno belga e uno solo quello italiano del giovane ricercatore rodigino che attualmente sta lavorando a Milano all'Istituto Scientifico San Raffaele.

Milan è assegnista di ricerca nel laboratorio sulle malattie dell'invecchiamento del Professore Simone Cenci e da anni studia i meccanismi biologici delle cellule che producono gli anticorpi e le loro alterazioni patologiche.

Alla ricerca del sistema immunitario sperduto

Le immunoglobuline, dette anche anticorpi, che sono glicoproteine presenti nel sangue e nei tessuti possono ammalarsi. Le degenerazioni gravi, dovute soprattutto all'invecchiamento, possono originare la forma tumorale denominata "mieloma multiplo" che colpisce le plasmacellule prodotte dal midollo osseo, l'ultima differenziazione cellulare che appare quando il sistema immunitario entra in contatto con sostanze estranee, gli antigeni, appartenenti a batteri o virus.

Da questa "collisione" sorgono immunoglobuline capaci di contrastare in modo specializzato e specifico l'antigene che deve essere soppresso. Le plasmacellule, quindi, svolgono un'azione corrispondente alla difesa immunitaria dell'organismo, ma se la loro crescita diviene abnorme e incontrollata si possono determinare le lesioni cancerose del mieloma.

In quest'ambito, per i traguardi della sua indagine scientifica, Milan era stato premiato già nel 2017 con un altro finanziamento disposto dalla Multiple Myeloma Research Foundation. Le sue ricerche si estendono, però, anche al campo dell' "amiloidosi sistemica da catena leggera (AL)". Infatti le molecole proteiche che presiedono la reazione immunitaria sono riconducibili ad una doppia tipologia : esattamente le due catene pesanti H (dall'inglese "heavy") costituite da 400 amminoacidi e le due catene leggere L (dall'inglese "light") formate da 200 amminoacidi.

L'amiloidosi consiste in un accumulo extracellulare di materiale proteico che causa l'insorgenza di malattie multisistemiche e compromette la funzionalità di organi vitali come cuore, reni, fegato.

Il riconoscimento di 'Nature Immunology'

Il lavoro del ricercatore è compensato dalle pubblicazioni scientifiche che il Dottor Milan ha prodotto sia nella sfera degli studi sulla specialistica che sul dottorato. La nota rivista "Nature Immunology", ha, inoltre, dato spazio agli esiti di una ricerca congiunta condotta con Niccolò Pengo, un altro dottorando del laboratorio al San Raffaele. Quanto al "mito dell'estero" per lo svolgimento della ricerca, Milan commenta che l'orizzonte internazionale è stimolante, che l'esperienza in istituti d'oltreoceano è altamente formativa, ma che il confronto fuori dai confini nazionali può far apprezzare gli aspetti positivi della ricerca in Italia.

"Ho scelto di raggiungere il laboratorio del Dr. Jorge Moscat a La Jolle, nei pressi di San Diego - spiega il giovane scienziato - ma se si decide di restare in Italia, il San Raffaele è uno dei posti migliori. Ho sempre avuto ampia libertà di proporre e condurre i miei esperimenti".