Il prezioso documento scolastico era nascosto all'interno di una tasca della giacca, laddove si tengono custodite le cose più care. La pagella, ripiegata con estrema cura e cucita all'interno dell'abito, riportava i voti scolastici delle materie, scritte in francese e in arabo. Una scheda conservata con orgoglio e amore nella speranza che potesse dimostrare le buone intenzioni del suo legittimo proprietario, un bambino di appena 14 anni di età, morto nel Mar Mediterraneo durante una delle traversate di scafisti che trasportano i migranti.

La pagella del piccolo migrante

A rinvenire la pagella scolastica è stata l'anatomopatologa Cristina Cattaneo, medico legale presso il LAB.AN.O.F. (Laboratorio di antropologia e odontologia forense) di Milano, che ha raccontato l'insolita scoperta all'interno del suo ultimo libro, la pubblicazione dal titolo 'Naufraghi senza volto', uscito recentemente per Cortina Editore. Grazie al prezioso lavoro della dottoressa, assieme alla professionalità del vignettista Makkox che ha realizzato uno schizzo poetico e delicato sul quotidiano 'Il foglio', ora quell'adolescente privo di nome è divenuto una dolorosa e reale presenza per tutti coloro che in massa hanno condiviso la toccante immagine sui social network come Twitter, Facebook e Instagram.

L'orgoglio di un bambino

Poco o niente sappiamo di quel bambino morto in mare, una delle tante vittime innocenti del dramma dei migranti. Non ne conosciamo le sembianze fisiognomiche, ma con certezza sappiamo che proveniva dal Mali, con la speranza di una vita nuova cucita addosso sotto forma di una pagella scolastica. La storia della morte del piccolo risale al 18 aprile del 2015, giorno del terribile naufragio nel Mar Mediterraneo che causò oltre 1.000 vittime, la maggior parte delle quali mai identificate.

A rendere di nuovo attuale la tragica vicenda ci ha pensato il medico legale Cristina Cattaneo, che negli ultimi anni si sta occupando del riconoscimento dei carpi dei migranti drammaticamente annegati in mare durante le tratte. L'anatomopatologa, infatti, ha scelto di raccogliere nella sua più recente pubblicazione alcuni di questi racconti di migrazione.

Ignoriamo il motivo per il quale il ragazzo custodisse con estrema cura il documento. Probabilmente per lui rappresentava il biglietto per una vita migliore, la prova tangibile che lui non era soltanto un migrante, bensì un essere umano con una storia, anche scolastica. Non sappiamo - e con molta probabilità non sapremo mai - le ragioni che portarono il ragazzo a custodire con tanta cura il documento, ma questo triste racconto è diventato oggi l'emblema dei viaggi della speranza.