Si chiamano contributivi puri i lavoratori che non hanno versamenti di contributi nel sistema retributivo o misto. Sono quelli che hanno iniziato a lavorare ed a versare contributi previdenziali dopo il 1995. Anche a questi soggetti è destinata la pensione di vecchiaia, ma con regole particolari e diverse da quelle che si applicano per chi ha una anzianità contributiva che parte da più lontano. Di seguito una guida per capire meglio il funzionamento di questa misura.
La pensione per i contributivi puri
La pensione di vecchiaia a partire dallo scorso primo gennaio si è adeguata alle aspettative di vita degli italiani, in base ai dati statistici Istat.
Nel 2019 (ed anche nel 2020), si centra la pensione di vecchiaia a 67 anni con 20 anni almeno di contributi. Anche la pensione di vecchiaia contributiva prevede le stesse soglie, ma solo se l'assegno pensionistico è pari ad almeno 1,5 volte l'assegno sociale. In parole povere, per chi ha iniziato a versare contributi dal primo gennaio 1996, per uscire dal lavoro con la formula 67+20, deve ottenere un assegno pensionistico mensile di almeno 686,99 euro. Infatti per il 2019 l'assegno sociale Inps è pari a 457,99 euro. La pensione di vecchiaia classica quindi, si applica ai contributivi puri, solo se i contributi versati (almeno 20 anni) diano un montante tale da poter essere trasformato in una pensione di importo abbastanza più alto del trattamento minimo che, sempre per il 2019 è pari a 513,01 euro.
Un paletto piuttosto pesante questo dell'importo della pensione perché, specie per chi ha avuto durante la carriera lavorativa, stipendi non troppo elevati, difficilmente riesce a superarlo. A maggior ragione se si pensa che essendo una pensione contributiva, come si evince anche dal nome della misura, l'assegno previdenziale viene calcolato col penalizzante sistema contributivo.
In alternativa bisogna attendere 71 anni
Se non si riesce ad ottenere una pensione pari ad almeno 686,99 euro, l'uscita dal lavoro slitta di molti anni. Si deve attendere il completamento dei 71 anni di età per poter ottenere la pensione di vecchiaia contributiva in assenza di un rateo di pensione come prima citato. In quel caso il trattamento previdenziale è sempre garantito, anche se sono si hanno i 20 anni di contributi pensionistici versati.
Per la vecchiaia a 71 anni infatti, bastano 5 anni di contributi previdenziali. Occorre ricordare che è dal primo gennaio scorso che la soglia anagrafica per la pensione di vecchiaia contributiva è salita a 71 anni. Anche in questo caso per via dell'adeguamento dei requisiti di pensione all'aspettativa di vita, dal primo gennaio 2019 si è passati da 70 anni e 7 mesi a 71 anni.