Sono facce della stessa medaglia, eppure in letteratura esiste una differenza abissale fra ciò che viene definito 'novel' e ciò che invece viene denominato 'romance'. Se il primo si va a connotare in una definizione più realistica, il secondo fa riferimento a elaborazioni fantastiche e scollegate dalla realtà.
Ci sono infine dei romanzi che accostano elementi dell'uno e dell'altro, ma in cui campeggia una psicologia che assume dei tratti sorprendentemente veritieri.
Il 'romance', il racconto dell'improbabile
Quel che nell'Inghilterra del XVIII secolo si definisce 'romance' ha a che fare con la vecchia concezione di romanzo.
Sono tratteggiati in esso i temi cavallereschi, i racconti di eroi e di eroine dal coraggio invincibile o di personaggi di alto rango. Sono coinvolti in imprese impossibili, da cui escono sempre vincitori, inoltre talvolta si parla di eventi miracolosi. Il romance racconta l'improbabile e l'inverosimile. Spesso essi sono ambientati in una dimensione spazio-temporale che galleggia solitamente in un medioevo dai tratti incerti, tanto che sembrano 'staccati' dalla dimensione reale, e di conseguenza fanno parte della dimensione dello straordinario, del meraviglioso e dell'improbabile.
Un'altra accezione ottocentesca voleva che i 'romance' fossero riconducibili a una serie di romanzi scritti nelle lingue neolatine riconosciute come tali all'epoca: l'italiano, il francese, lo spagnolo e il provenzale.
Il 'novel', ossia il racconto di vicende realistiche
Viene definito 'novel' invece il racconto che si avvicina il più possibile alla realtà, che definisce le vicende di un certo periodo di tempo e che offre un quadro realistico del mondo circostante.
Spesso gli autori di questi romanzi fanno ricorso a un espediente che li vuole 'scopritori' di documenti e lettere che vengono riportati alla luce ed eventualmente rielaborati da quello che viene definito nella finzione narrativa come 'curatore'.
I fatti sono talvolta raccontati direttamente dai protagonisti che li vivono e si attengono a un principio di veridicità, anche per il contesto storico e sociale a cui fanno riferimento.
L'ibrido
Ci sono però altri romanzi che non è possibile definire in una di queste due categorie, perché magari, anche se è possibile trovarvi degli elementi puramente fantastici, è possibile rintracciare nel testo pure un certo realismo psicologico, che è appannaggio dei pensieri del personaggio narrante, oppure del cosiddetto 'narratore onnisciente'.
I pensieri che scorrono in questo caso sono fluidi e guardano direttamente alla psiche, ma anche all'inconscio.