“È generalmente dato per scontato che il nostro Universo sia privo di oggetti composti d’antimateria, questa certezza è stata recentemente messa in discussione dalla possibile rilevazione di nuclei di antielio da parte di AMS-02”. Così, il team di ricercatori dell’Institut de Recherche en Astrophysique et Planétologie (Irap), guidati da Simon Dupourqué, esordisce in un articolo pubblicato recentemente sul 'Physical Review D'. Nella loro relazione spiegano che, grazie all’utilizzo del telescopio spaziale Fermi, sono riusciti a trovate delle particolari sorgenti di raggi gamma.
Queste determinate fonti potrebbero essere emanate da nuovi tipi di stelle chiamate “antistar”, ovvero stelle di antimateria.
Le possibili 14 stelle d’antimateria
I ricercatori dell’Irap hanno analizzato 10 anni di dati forniti dal telescopio spaziale a raggi gamma Fermi, identificando 14 candidate antistar. Mentre altri scienziati suppongono che i segnali emanati dalle sorgenti di raggi gamma siano in realtà buchi neri o pulsar, il team di ricerca dell’Irap ha calcolato che, se questi corpi celesti fossero distribuiti come delle stelle ordinarie, potremmo ipotizzare che esista una stella d'antimateria ogni 300mila stelle comuni.
Trovato un possibile nucleo d’antielio
Per scovare le possibili antistar, tra le 5787 candidate al ruolo di "stella oscura", catalogate durante la missione Fermi, Dupourqué ed i suoi colleghi hanno analizzato la geometria puntiforme delle varie sorgenti di raggi gamma mostrano uno spettro d’emissione compatibile con un l’annichilazione "baryon-antibaryon".
Una possibile stella d’antimateria potrebbe trovarsi relativamente nelle nostre vicinanze ed aver generato un antielio.
Il rivelatore Ams
Ams (Alpha Magnetic Spectrometer) è un rivelatore utilizzato nella fisica delle particelle, progettato per scovare nuovi tipi di atomi come materia oscura, antimateria e materia strana. È stato progettato per far progredire la conoscenza umana verso le risposte ai grandi quesiti che la fisica contemporanea ci pone.
Un esempio pratico delle sue applicazioni in campo scientifico sono le analisi che è in grado di eseguire in merito al mistero della Strangelet, ovvero una tipologia di materia diversa dall’ordinario che incuriosisce da tempo la comunità scientifica. Oppure, le misurazioni sui raggi cosmici i quali sono da sempre un insormontabile problema per le missioni spaziali.
Questo strumento potrebbe offrire in prossimamente le tanto attese risposte che gli scienziati di tutto il mondo sperano di ottenere per poter pianificare missioni future più complesse come voli spaziali umani interplanetari.