Per un genitore non è facile venire a conoscenza del fatto che il proprio figlio soffre di emicrania, giacché quest'ultimo, specie se al di sotto dei dodici anni, non sempre lo avverte del proprio fastidio. Pertanto si ritardano diagnosi e soluzioni, salvo che esso non sia frequente e particolarmente fastidioso. Eppure, secondo i dati diramati di recente, nove bambini su cento sotto i dodici anni soffrono di emicrania.

Importante per l'identificazione del problema diventano ovviamente i genitori, ma anche quei contesti dove il bambino passa metà delle sue giornate, come la scuola ed eventuali attività pomeridiane (corsi di musica, di lingue, attività sportive o semplicemente ludiche, ecc.).

Compito dei pediatri è dunque quello di informare il più possibile genitori ed educatori sul problema. Ma quali sono le cause dell'emicrania infantile? E quali le possibili soluzioni?

La diagnosi

Innanzitutto occorre dire che il tempo medio per ottenere una diagnosi di emicrania per i bambini è di tre anni, durante i quali finisce qua e là tra una visita e l'altra senza soluzioni al problema. Di qui una soluzione potrebbe essere un test da somministrare ai genitori, in modo da prepararli maggiormente al problema. Ad oggi le basi neurofisiologiche dell'emicrania non si conoscono ancora. Si sa solo che ad essere coinvolti sono i neurotrasmettitori (serotonina) e le proteine della membrana neuronale, e che si mettono in moto alterazioni transitorie del funzionamento delle cellule nervose.

In fase diagnostica lo specialista distingue tra cefalee primarie e le cefalee secondarie, ed infine ci sono le nevralgie craniali, tra cui la nevralgia del trigemino.

I fattori ereditari incidono non poco, aumentando i rischi di incorrervi del quaranta percento. Che sale al settanta se a soffrirne sono entrambi i genitori.

In fase di diagnosi è sempre importante notare i comportamenti del bambino. Se ha spesso vomito e nausea ad esempio, se non vuole svolgere attività fisica o non ha particolare vita sociale. Il tutto perché infastidito dai dolori alla testa.

La cura

L'allarme scatta quando le emicranee si presentano al bambino più di quattro volte al mese.

Si può così intervenire con terapie, come la Ginkgolide B insieme a coenzima Q10, vitamina B12 e magnesio. Tutte sostanze fortunatamente naturali. In casi più gravi, come quelli cronici, in genere vengono prescritti antidolorifici a minore impatto. Gli esperti consigliano comunque sempre rimedi naturali, fitoterapia e solo in ultima istanza questi ultimi. Si può poi incidere con l'alimentazione, evitando cibi in genere sconsigliati a chi è soggetto ad emicrania.