Già Freud, fondatore della psicanalisi, aveva capito il fortissimo nesso che lega indissolubilmente madre e figlio, soprattutto nei primissimi anni della vita del bambino. La fascia di età 0-3 anni, infatti, è molto delicata dal punto di vista dello sviluppo sia cerebrale che emozionale del piccolo ed è il periodo in cui il cucciolo d’uomo ha più necessità della vicinanza costante della madre. Una vicinanza che si traduce in un atteggiamento presente e amorevole da parte della figura materna e parentale in genere, atteggiamento che contempla anche e soprattutto le coccole.
Presenza e coccole della mamma
Uno studio americano condotto dai ricercatori del Nathan Kline Institute di Orangeburg ha dimostrato l’esistenza di una connessione diretta tra le cure parentali, soprattutto le cure materne, e la produzione di serotonina. Questo ormone, comunemente conosciuto come “l’ormone della felicità” o anche “l’ormone del buonumore", è un neurotrasmettitore sintetizzato nel cervello, in questo caso in quello del bambino, a partire dal triptofano, un amminoacido essenziale. Secondo i risultati dello studio, la cura materna verso il figlio e la produzione di serotonina stanno alla base di un corretto sviluppo del bambino. Inoltre, la risposta è diretta e immediata: la presenza costante e intensa della madre, le sue coccole e le attenzioni, hanno un effetto immediato sul benessere cerebrale della piccola creatura, oltre che sul lungo periodo.
Il cervello del bambino, infatti, è in continuo sviluppo e la modulazione della serotonina si apprende proprio nei primissimi anni di vita, aiutando a costruire il complesso equilibrio tra grado di appagamento, indice di soddisfazione e benessere psicofisico.
Lo studio sull’ importanza delle coccole
Sin dall’ antica Grecia, periodo in cui la così detta Arte di Esculapio gettò le prime basi scritte della medicina occidentale volta all’osservazione del rapporto speciale e biunivoco tra madre e figlio, le coccole sono sempre state considerate una “medicina” vera e propria.
Successivamente si è scoperto come le coccole siano capaci di imprimere una chiara traccia nei geni del bambino, influenzandone positivamente la sua crescita e il suo sviluppo integrale corpo-mente.
Lo studio degli scienziati del Nathan Kline Institute di Oragnceburg, guidati dalla professoressa Catia Teixeira, ha registrato l’ attività cerebrale del gruppo di bambini selezionati per la ricerca durante la loro interazione con la madre.
Registrata in modalità wireless, l’attività cerebrale è stata monitorata al fine di ottenere risposte sulla produzione di serotonina. I risultati hanno confermato le ipotesi iniziali: esiste una connessione diretta tra la cura materna e l’incremento di produzione dell'ormone protagonista della ricerca.
Altri Studi a supporto delle coccole madre-figlio
Il rapporto madre-figlio nei primissimi anni di vita del bambino è un tema particolarmente fertile per la ricerca, a partire dagli studi di neurofisiologia e di fisiopatologia, fino a quelli nel campo della psicologia comportamentale, sociologia e antropologia infantile. Tempo fa, una già notevolmente accreditata ricerca americana condotta alla Washington University School of Medicine di St.
Louis ha messo in correlazione la cura nella preparazione e somministrazione dei pasti al proprio figlio con una crescita migliore e più robusta dell’ ippocampo e delle strutture cerebrali coinvolte nella capacità di apprendimento, di memorizzazione e di risposta allo stress.
Coccole contro distacco e separazione
Il blocco dei recettori di cui sopra, quindi, sarebbe potenzialmente in grado di neutralizzare i benefici delle coccole materne. E’ una comunicazione sottile in cui sia la madre che il bambino devono essere “attivi”: l’una come giver, l’ altro come receiver.
Dal meccanismo dell’aumentata produzione di serotonina nella corteccia prefrontale del bambino piccolo al trauma da separazione o distacco, il passo è breve.
La psicoanalisi freudiana e junghiana considerano essenziale la presenza della madre nei primi anni di vita, tanto che una sua eventuale prolungata assenza potrebbe far “deragliare” l’evoluzione cerebrale del bebè, rendendo il naturale percorso di crescita come un percorso a ostacoli.
Il "win-win" perfetto tra madre e figlio
Il contatto con la madre (e, di contro, il suo distacco forzato), fisiologico in tutti i primati e non solo, influenza pesantemente e permanentemente lo sviluppo cognitivo del bambino tanto da essere considerato il più importante “regolatore dell’attività neuronale nel cervello in via di sviluppo”. In termini medico-scientifici si può parlare di vero e proprio "accudimento", un'attività che la natura ha destinato alle madri per i primi momenti di vita.
Si parla di un'attività complessa e per lo più innata, che risiede nel sistema limbico della donna e che porta Ia neo mamma ad offrire rassicurazione e supporto al proprio bambino. La figura materna, quindi, così come descritta dalla psicologia classica, è colei che fornisce accudimento e sostentamento fisico. E', infatti, proprio la madre la primissima figura ad offrire "coccole" al bambino appena nato agevolando, accogliendo e confortando l'istinto del neonato a muoversi verso il seno materno per la primissima poppata di latte.
Via libera, dunque, alle coccole: un campo in cui quantità e qualità vanno di pari passo e producono un perfetto win-win naturale sia nella madre che desidera comunicare amore, che nel bambino che ama riceverlo.