Si celebra in tutto il mondo il 28 maggio la Giornata dell’Igiene mestruale. Con essa si intende la possibilità per le donne di avere - durante il periodo mestruale - la disponibilità di prodotti specifici, l'accesso all'acqua per lavarsi e la possibilità di avere un luogo appartato per cambiarsi e lavarsi.

In occasione di questa giornata l'Unicef ha reso noto uno studio da cui emerge come l'igiene mestruale sia tuttora inaccessibile per un'ampia parte di popolazione femminile mondiale. Da esso emerge che le situazioni più critiche si trovano nei Paesi in via di sviluppo, nei gruppi etnici minoritari e fra i rifugiati.

Vi sono inoltre maggiori difficoltà nei contesti rurali rispetto a quelli urbani. Il problema delle donne coinvolte nei conflitti è divenuto eclatante in occasione della guerra in Ucraina, dove alcune donne e ragazze nei rifugi non hanno potuto lavarsi per settimane. Non a caso nella raccolta degli aiuti per la popolazione sfollata, una delle richieste più pressanti, assieme a cibo e medicine, era quella relativa agli assorbenti femminili.

Le donne disabili

Secondo il rapporto Unicef un'altra categoria che ha scarso accesso all'igiene mestruale è costituita dalle donne disabili.

Generalmente in diverse culture la donna sin da bambina si dedica alla casa e alla famiglia, mentre invece una donna disabile può invece avere necessità di aiuto, ma questo è difficilmente compatibile con la cultura di appartenenza.

A questo si aggiunge l'idea che difficilmente una donna disabile verrà presa in moglie. Pertanto resterà a carico della famiglia di origine per sempre, come un peso. Ragazze e donne con disabilità sono perciò le ultime su cui investire risorse, sotto qualsiasi aspetto.

L'igiene mestruale: le conseguenze sanitarie

Quando l'igiene mestruale è scarsa, è facile il verificarsi di infezioni ricorrenti.

I sintomi di malattie ginecologiche possono essere misconosciuti o trascurati. Tutto ciò porta ad una maggior gravità di quadri clinici, considerando che si tratta di popolazioni la cui salute è già minata da insufficienza alimentare. Ed è ancor più rilevante per le ragazze giovani, che possono vedere compromessa la fertilità e la possibilità di avere figli sani.

La poca educazione in materia compromette quindi sia la generazione presente, sia quelle future.

I pregiudizi

Un ulteriore aspetto evidenziato nello studio Unicef riguarda le stigmatizzazioni culturali ancora esistenti. Durante i giorni del ciclo, in vari Paesi le donne subiscono limitazioni nella vita sociale, scolastica e lavorativa. Le modalità variano in rapporto alla situazione geografica e socioeconomica. In molti casi, le ragazze hanno scarse o nulle conoscenze in materia prima dell'arrivo del primo ciclo mestruale. Di conseguenza, sono scarsamente attrezzate per comprenderne il significato e la corretta gestione. In vari paesi d'Europa si sta valutando l'eventualità di un congedo lavorativo per facilitare la salute mestruale.

Ma il divario fra i vari paesi del mondo riportato nello studio Unicef è eclatante.

La disponibilità di dati che riguardano l'igiene mestruale è scarsa e disomogenea nei diversi stati. Anche la sensibilizzazione e l'educazione sanitaria, di conseguenza, sono meno facili e diffuse rispetto, ad esempio, a temi quali la salute materno/infantile. La giornata mondale dell'igiene mestruale del 28 maggio potrebbe in prospettiva aiutare a colmare queste lacune.