Transparency International Italia (Associazione contro la corruzione) in un documento di otto pagine e nove punti offre indicazioni per contrastare il fenomeno che vede nei partiti politici e nello staff politico nazionale i soggetti meno trasparenti e maggiormente corruttibili (e corrotti). La politica (partiti e parlamento) è, nella percezione dei cittadini, il luogo dove la corruzione è fertile e si sviluppa con facilità.

I partiti replicano gli errori del passato e mantengono la loro influenza in ogni settore pubblico, riducendo azioni di partecipazione diretta dei cittadini alla democrazia e aumentando le occasioni di nepotismo e clientelismo diffusi.

E’ annotata l’evidenza di mancanza nei partiti di una leadership forte, lungimirante a beneficio dell’interesse collettivo nel medio e lungo termine. I partiti non rispondono in modo adeguato alle esigenze e necessità della cittadinanza. I partiti politici non sono trasparenti e non sono responsabili.

Nel documento che pubblica l’”Indice di Percezione della Corruzione” nel mondo (CPI 2012) Transparency International misura la percezione della corruzione nel settore pubblico e politico a livello globale e posiziona l'Italia al 72° posto su 174 nel mondo con un punteggio di 42 su 100. Nelle note si espone che “corruzione, opacità, scarsi livelli d’integrità, uniti a deboli sistemi di controllo e valutazione non comportano “solamente” una mancanza di moralità ed eticità nella governance del Paese ma hanno un impatto negativo devastante sull’economica e la credibilità dell’intero sistema Paese”.

Transparency International Italia con il “Policy Paper”, sulla base di parametri quali le risorse, indipendenza, trasparenza, responsabilità, integrità, impegno anti-corruzione, raccomanda l’approvazione di un rigoroso profilo di responsabilità giuridica dei partiti. Raccomanda una più puntuale e stringente definizione dei meccanismi che garantiscono i principi di democrazia interna.

Atto Costitutivo e Statuto, controllati e sanzioni riguardo alla democrazia interna dei partiti politici. Totale trasparenza dei finanziamenti privati e dei rimborsi pubblici, raccomandazioni a tutti i partiti di utilizzare sistemi di rendicontazione, anche online, accessibili, di facile lettura e trasparenti per la consultazione agevole per i cittadini e alle varie organizzazioni della società civile.

Adottare piattaforme web che funzionino per monitorare in totale chiarezza i finanziamenti nelle campagne elettorali, come ad esempio la FEC (Federal Electoral Commission) adottata in USA per le campagne elettorali. Adozione di efficaci sistemi di controllo interni e indipendenti per assicurare che i rischi derivanti da attività dei partiti risultino bene identificati, misurati, gestiti e monitorati. Codici di condotta nello Statuto dei partiti che preveda adeguate misure sanzionatorie, effettive proporzionate e dissuasive. Codice che richiami a valori di responsabilità, rispetto interesse pubblico, onestà e integrità, legalità, trasparenza, indipendenza, linee guida da rispettare e manifestare i modi di coinvolgimento degli iscritti al partito e degli elettori, da sottoscrivere all’atto dell’iscrizione al partito.

Definizione di un numero massimo di cariche elettive per agevolare un ricambio di responsabilità e di energie propositive. Pubblicità di redditi e curriculum dei candidati. Obbligo di gratuità per eventuali consulenze per evitare che coloro che ricoprono posizioni apicali nel partito sfruttino la loro posizione per assicurarsi commesse o consulenze ben retribuite. Inibizione a parenti, coniugi e affini entro il quarto grado di politici con cariche all’interno di enti e strutture pubbliche a trattare con la PA ricevendo incarichi di lavoro o consulenza, salvo motivazioni valide e rese pubbliche. E divieto di candidatura per qualsiasi incarico prestigioso all’interno del partito a figli, coniugi e parenti. Divieto di cumulo d’incarichi.