Il clima pre-elettorale non aiuta dicerto e si sa i mercati non rispondono a logiche razionali, cosi si spiega lafuga di capitali all'estero, come denunciato dalla Bce e dal suo governatoreMario Draghi. Molti italiani stanno continuando in questi giorni a spostare parte dei propri risparmi fuori confine allaricerca di investimenti più sicuri verso titoli emessi dai paesi con ratingelevato.

Secondo le stime del fondo monetariointernazionale, in un anno sono stati 274 i miliardi di euro a viaggiare permete spesso a ridosso del nostro paese come Svizzera e Germania, non smentisceBankitalia secondo cui ogni mese escono dalle banche italiane circa 19 miliardiverso altre destinazioni, ma appare positiva per il futuro in seguitoall'andamento del collocamento delle ultime aste di titoli di debito pubblico.

Il quadro sembra un bollettino diguerra se si pensa alla mole di denaro che abbandona il nostro paese e chesfugge alla tassazione, ma i successi delle ultime aste di Btp sembrerebberosmentire la sfiducia nel Paese. Il nodo del problema è che i compratori dititoli di Stato sono per lo più stranieri e non più gli italianialle prese con un carico fiscale eccessivo, l'incertezza politica e un'erosionedei risparmi senza precedenti.

Non stupisce che i titoli di statovadano cosi bene, lo spread è sceso sotto i livelli di guardia e le banche fanno ottimi affari con la clientelafrancese, tedesca, inglese, araba e cinese. I risparmiatori italiani invece,coi rendimenti attuali, non contrastano neppure il tasso d'inflazione ben saldoal 3% e appaiono spaventati dalle ultime novità poco incentivanti come la tassazionedelle rendite finanziarie, l'imposta di bollo sui depositi e la Tobin tax.

Quello che vale per i singoli individuivale altrettanto per le aziende che si trovano soffocate dal fisco e incapacidi competere oltre i confini dal momento che pagano il denaro quasi il doppio rispetto ai loro competitors. Non ètempo di fare politica, ma di fare economia reale.