Mentre nelle alte sfere della politica si continua a discutere in cerca di un accordo e, dall'Unione Europea fioccano multe e richiami, l'Italia muore lentamente, sotto il peso schiacciante della crisi economica, che dura ormai da quasi cinque anni.

Era l'inizio del 2009 quando si iniziò a parlare di problemi economici per il nostro paese e, di come di sarebbero potuti risolvere in poco tempo. All'epoca l'espressione "crisi economica" non spaventava così tanto e si credeva realmente alle parole dei politici, si sperava che tutto sarebbe realmente passato in fretta, come dicevano.

Non è stato così.

Da allora la situazione si è aggravata notevolmente ed alcuni italiani hanno iniziato a credere, che fosse più facile morire, piuttosto che combattere. La cosa più triste è che non tutti quelli che decidono di compiere il gesto estremo sono senza lavoro.

Stando ad uno studio portato a termine dall'Eures (commissione europea occupazione, affari sociali e inclusione) la situazione economica ha effetto non soltanto sui senza lavoro, ma anche imprenditori e liberi professionisti, colpiti dalle fluttuazioni del mercato e dai ritardi nei pagamenti per  i beni e e servizi venduti.Seguono i lavoratori in proprio e chiudono la graduatoria del rischio i più "tutelati", i lavoratori dipendenti.

Per non parlare della fascia dei cosiddetti esodati, in genere di età compresa tra i 45 e i 64 anni, facendo segnare un incremento di casi del 12,6% nel 2010 rispetto al 2009.

E non è tutto. Le percentuali che l'Eures ha allegato al suo studio, riportano un vero e proprio bollettino di guerra. Nel 2010 si sono contate 192 tra lavoratori in proprio e 144 tra gli imprenditori e i liberi professionisti.

Solo nei primi mesi del 2012, 23 imprenditori si sono tolti la vita.

E nel 2013? Nonostante sia iniziato da solo 4 mesi, nel primo trimestre del 2013 si è registrato un aumento del 40% rispetto all'anno precedente, praticamente un suicidio ogni due giorni dall'inizio dell'anno a oggi. E nel frattempo in Parlamento continuano a litigare su chi debba governare il paese.