Secondo gli auspici dell'Organizzazione Mondiale della Sanità il morbillo potrà definitivamente essere eliminato dalla faccia della Terra entro l'anno 2020. In Italia, però, le malattie infettive sembra stiano purtroppo avendo una crescita. "Ciò pure a causa del ridotto ricorso alle vaccinazioni a pagamento in alcune realtà, come quelle per la meningite e il virus Hpv", come spiega il presidente della Società Italiana di Pediatria, Giovanni Corsello, nell'ambito del sessantanovesimo congresso nazionale della SIP, che si sta tenendo in questi giorni a Bologna, concludendosi oggi.
Alberto Villani, primario di Pediatria al Bambino Gesù di Roma, nonché vicepresidente della SIP, così ha dichiarato: "In Galles è morto di morbillo un ragazzo di 18 anni e in Italia persino nelle regioni in cui è offerto gratis ma non è obbligatorio, le percentuali dei vaccinati diminuiscono. Un altro esempio drammatico è quello della meningite: ricordo che il 20% dei bambini che sopravvive alla malattia ha esiti tali, i cui costi, per i vent'anni successivi, basterebbero a pagare la vaccinazione gratuita per tutti". Il presidente della SIP ha dichiarato che "Con la crisi si riducono i servizi di assistenza". Ha voluto precisato che purtroppo a pagare maggiormente il prezzo della crisi, dal punto di vista della salute, sono "i bambini con patologie croniche o quelli con malattie rare, per i quali sono stati tagliati i fondi di assistenza a domicilio".
Giovanni Corsello ha voluto anche porre attenzione al fatto che diversi prodotti alimentari che vengono comprati per risparmiare non sono adatti ad un'adeguata dieta pensata per i bambini: "Il primo fenomeno che stiamo osservando è che sempre di più i bimbi vengono alimentati con prodotti non adatti a loro, e comunque non per l'infanzia, a partire dall'uso del latte vaccino sin dai primi mesi di vita proprio per il suo costo inferiore".
La crisi economica ha anche avuto come effetto in Italia il peggiorare delle condizioni alimentari, ma anche igieniche. Ciò pure contribuisce a spiegare l'aumento di alcune malattie infettive. Gli specialisti hanno voluto comunque precisare che non si tratta di statistiche ufficiali, ma di dati raccolti sul campo, nei loro ambulatori di pediatria, in base quindi alla propria esperienza diretta.