Nel codice civile italiano "non è individuabile alcun riferimento al sesso in relazione alle condizioni necessarie" al matrimonio, secondo una sentenza del tribunale di Grosseto. Il giudice ha così ordinato all'ufficio di stato civile di trascrivere un matrimonio omosessuale.
Nella sentenza viene spiegato che non è "previsto, nel nostro ordinamento" nessun "impedimento derivante da disposizioni di legge alla trascrizione di un atto di matrimonio celebrato all'estero". Il giudice di Grosseto cita la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo che "non ritiene più che il diritto al matrimonio" debba essere limitato al matrimonio tra uomo e donna e che ha affermato che "il diritto al matrimonio" ha "acquisito un nuovo e più ampio contenuto, inclusivo anche del matrimonio contratto tra due persone dello stesso sesso".
La sentenza deriva da un ricorso, presentato da una coppia di due persone di sesso maschile di 68 e 57 anni, con il supporto dell'avvocato Claudio Boccini. I due si sono sposati secondo rito civile nel dicembre 2012 a New York.
La coppia omosessuale aveva deciso di ricorrere al giudizio legale dato che l'ufficiale di stato civile di Grosseto si era rifiutato di trascrivere il loro atto di matrimonio nei registri italiani. Per l'ufficiale di stato civile la trascrizione non era possibile poiché "la normativa italiana non consente che persone dello stesso sesso possano contrarre matrimonio". Diversa è stata l'interpretazione della legge da parte del giudice. Come ha affermato il senatore del PD Sergio Lo Giudice, attivista per i diritti LGBT ed ex presidente di Arcigay, "È un fatto storico che doveva accedere ed è accaduto, perché negare diritti alle coppie dello stesso sesso oggi, in Europa, è diventato per l'Italia sempre più difficile".
Il tribunale di Grosseto ha semplicemente riconosciuto ciò che già la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo e la Corte Costituzionale hanno stabilito negli ultimi anni. Sempre secondo le parole di Lo Giudice, "il matrimonio gay non è contrario all'ordine pubblico né può più essere considerato inesistente dal nostro ordinamento. Ora le tantissime coppie gay e lesbiche sposate all'estero hanno una strada aperta". "È un precedente unico per il nostro Paese", ha continuato il senatore.
Ovviamente soddisfatto della decisione dei giudici anche Franco Grillini, presidente di Gaynet Italia: "La decisione equivale per portata giuridica e per importanza sociale alla sentenza di oggi della Corte Costituzionale sulla legge 40 che cambia radicalmente una legge iniqua così come è iniquo il divieto di accedere al matrimonio da parte delle coppie dello stesso sesso". Aurelio Mancuso, attivista omosessuale e presidente di Equality Italia, ha dichiarato in proposito che i due sposi "hanno ottenuto ciò che fino ad oggi è sempre stato negato dai Comuni e dai tribunali: veder riconosciuto il loro status di coppia sposata in uno Stato estero".