Le notizie che giungono dall'est dell'Ucraina, vicino al confine russo, sono decisamente preoccupanti. Il Segretario di Stato statunitense John Kerry ha dichiarato che le manifestazioni antigovernative nella regione sono provocate da "agenti e provocatori russi inviati per creare il caos". Il Ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha così risposto alle accuse statunitensi: "Ci rimproverano quello che fanno loro. Sembra che descrivano la situazione di cinque mesi fa a piazza Maidan a Kiev".

Ci troviamo di fronte ad una sorta di braccio di ferro tipico della guerra fredda, oltre ad essere una situazione esplosiva. Le forze speciali ucraine sono riuscite a liberare l'edificio della TV di Stato nella città di Kharkiv. Nel sud, a Mikolaiv, nell'area di Odessa, ci sono stati duri scontri tra i filorussi e coloro che intendono difendere l'integrità dell'Ucraina ed 11 persone sono finite in ospedale. Una ventina di persone sono state arrestate.

A Donetsk l'edificio dei servizi segreti è stato occupato ed i filorussi sono giunti a dichiarare la Repubblica di Donetsk. Non si sa se l'edificio è stato riconsegnato alle forze ucraine, a seguito dell'intervento dell'esercito ucraino. Serghei Pashinki, capo di gabinetto della presidenza ucraina, intanto, ha dichiarato che "Se non sarà possibile una definizione pacifica della situazione, saremmo costretti a ricorrere agli strumenti previsti dalla legge antiterrorismo".

Sembra che il modello Crimea si vada allargando. Le intenzioni russe, infatti sono immaginabili: intervento militare, referendum ed annessione (formale o di fatto) alla Russia.

L'esecutivo ucraino ha anche affermato di "essere pronto a trattare con la Russia per la soluzione della crisi" e che "La Russia ha l'opportunità di lavorare con la comunità internazionale per aiutare a costruire un'Ucraina indipendente". Per Kerry "O la Russia collabora con la comunità internazionale, o rischia un grande isolamento".

Lavrov ha affermato di essere disponibile al dialogo con l'Ucraina. Per Kiev il dialogo è possibile solo se la Russia ritirerà l'esercito dalla Crimea e dal confine orientale. In tutto ciò l'Europa sembra non esistere affatto, a parte le seguenti parole del portavoce di Angela Merkel: "Mosca eserciti la sua influenza perché le forze filorusse in Ucraina prendano le distanze da ogni forma di violenza". Dall'inizio della crisi, intanto, centinaia ebrei hanno deciso di andare a vivere in Israele.