Il Decreto D'Alia(dal nome del ministro della Funzione Pubblica) conterrà anche normeriguardanti i precari della Pubblica Amministrazione:il provvedimento dovrebbe essere discusso nel primo Consiglio dei Ministri post-vacanzedel 23 agosto, insieme anche a questioni urgenti come la riforma delle pensioni ed il tanto ventilato Piano Casa.
Di fatto però, quello che alcuni hanno ribattezzato Decreto Salva precari, checomunque non è certo detto che verrà approvato senza modifiche (è pronto già daalcuni giorni), ne salverà circa il 30% e non immediatamente: i precari dellaPubblica Amministrazione sono ad ora 150.000 unità e solo una minoranzabeneficerà della riserva di concorso;di sfuggita informiamo anche che sono scaduti i termini per la gestione deglioltre 7000 lavoratori pubblici in eccedenza.
Dunque per i 150.000 precaridel settore pubblico il 31 dicembre di quest'anno scade il contratto dilavoro: secondo le indiscrezioni sul DecretoD'Alia, non oltre 60.000 di questi potranno sperare di avere concessa lariserva al 50% su eventuali posti di lavoro futuri, cioè solo quelli che hannoavuto la fortuna di firmare, nei precedenti cinque anni, un contratto a tempodeterminato per tre anni.
Oltre al fatto che appunto si tratta di una quota davveroesigua (ci aspettiamo dunque di iniziare il 2014 con circa 100.000 persone chesi ritroveranno disoccupate?), c'è da dire che in ogni caso si prevede chequeste riserve (diciamo che sono delle "prelazioni") su futuri posti di lavoroverranno presumibilmente non sfruttate: tra Patto di Stabilità e risorse sempre minori, le amministrazionilocali difficilmente potranno indire bandi per molte posizioni; dunque c'è giàchi lancia l'allarme: molti servizipubblici sono possibili ora solo grazie all'opera di questi lavoratori precari e si rischia che coltaglio obbligato di personale appunto tali servizi verranno in buona parte amancare.
Inoltre bisogna aggiungere un dato fondamentale: giusto unanno fa il governo Monti, col provvedimento sulla spending review, impose alle amministrazioni pubbliche di tagliaretra il 10% ed il 20% il personale: gli enti locali in realtà non vi hanno maiprovveduto, dunque c'è ancora una buona fetta di lavoratori che, nei prossimidue anni (il Decreto D'Alia dovrebbeaggiungere appunto un biennio di tempo per adempiere) avranno raggiunto irequisiti per la pensione tramite lenorme precedenti alla Riforma Forneroe quindi lasceranno le loro mansioni (oltre a quelli che comunque dovrannoessere messi in mobilità oppure licenziati), rischiando di mettere ancora dipiù in crisi l'erogazione di servizi da parte degli enti locali.