I paesi emergenti sono nel caos. Russia, Brasile, Argentina,India, Turchia, ecc. stanno cercando di arginare l'ondata speculativainternazionale che ha costretto le banche centrali a svalutare o a innalzare rigorosamentei tassi d'interesse per proteggere lapropria moneta. Il caso della Turchiaè emblematico con i tassi sui bond decennaliche sfiorano l'11% e con la valuta che nell'arco di un anno si è deprezzatadi oltre il 30% nei confronti del dollaro. Così la Banca Centrale è statacostretta ad alzare i tassi d'interesse dal 7,75% al 12% per frenare la cadutadella lira turca.

Una mossa che non ha mancato di suscitare profondepreoccupazioni fra gli investitori internazionali essendo l'economia di Ankaracandidata a entrare a far parte dell'Unione Europea. Ma non è solo questo adallarmare gli investitori: il deprezzamento della valuta è causato dai timoriche lo scandalo corruzione che sta investendo i più alti livelli della politicaturca possa destabilizzare il governo Erdogan.

Turchia costretta apagare il denaro 50% più caro

Cosa succederà adesso? La Banca Centrale turca ha dimostratodi poter correre in difesa della propria valuta pagando, da questo momento inavanti, il denaro 55% più di prima.L'obiettivo è quello di dimostrare ai mercati che dietro la lira turca c'è unsistema creditizio forte e, allo stesso tempo, di rendere ancora più attrattivigli investimenti in Turchia.

Le aziende esportatrici ne trarranno sicuramenteampi vantaggi potendo vendere le proprie merci a prezzi più competitivi. Dicontro, salirà l'inflazione interna, ma questo è un problema endemico di tuttii paesi emergenti strettamente dipendenti dall'export.

Turchia fra lecandidate a entrare in Europa

Per quanto riguarda la Turchia, in particolare, la forte crescita economica dell'ultimo decennio ha rafforzato l'interesse internazionale degli investitori verso un paese che ècresciuto più di tutti in Europa.

L'intervento in campo monetario della BancaCentrale, costretta a vendere dollari sul mercato, costringerà nell'immediato asostenere ulteriori sforzi economici per sostenere i ritmi di crescita delpaese, ma è impensabile che un paese di 70milioni di abitanti, crocevia fra Europa e Nord Africa, possa entrare inrecessione economica.