Continua il braccio di ferro fra Governi nazionali eParlamento europeo sull'unione bancaria relativamente alladefinizione del meccanismo di risoluzione unico con cui gestire lecrisi bancarie.

Oltre a contestare la natura intergovernativadell'accordo in esame, gli eurodeputati rilevano diverse criticitàfra cui una governance giudicata troppo complicata e una strutturadel fondo di risoluzione che non sarebbe sufficientemente credibilein quanto a forma, capitalizzazione e capacità.

La settimana scorsa il presidente della BCE MarioDraghi era intervenuto sullo scontro in corso fra Parlamento eConsiglio Europeo, sposando alcuni degli argomenti sollevati daglieurodeputati.

Durante un convegno in Belgio, Draghi aveva definito“migliorabile” l'intesa raggiunta dall'Ecofin nello dicembrescorso poiché il meccanismo di risoluzione unica contiene elementidi incertezza che rendono vulnerabile la credibilità dell'impianto, soprattutto per quanto riguarda le modalità di finanziamento delfondo con cui operare le risoluzioni/ristrutturazioni bancarie.

Da settimane sono state avviate le trattativetuttora in corso fra i negoziatori del Parlamento europeo e lapresidenza del Consiglio europeo per concordare un testo condivisoche possa essere approvato definitivamente, in maniera tale che l'unione bancaria possa prendere forma prima delle elezioni europeepreviste in primavera.

L'unione bancaria si compone infatti di due elementiugualmente importanti: il meccanismo unico di risoluzione (SRM) concui affrontare le crisi bancarie e il meccanismo unico di vigilanza(SSM) con cui la BCE supervisionerà dal prossimo autunno il sistemabancario europeo attraverso una propria specifica ed indipendentedivisione.

L'Unione bancaria si rende necessaria per superarela frammentazione del mercato dei capitali in Europa e interrompereil collegamento perverso fra debito sovrano e banche che hacaratterizzato la crisi finanziaria nel vecchio continente.