L'idea di avere un tetto sopra la testa è stato per decenni il sogno di ogni italiano, ma ora si sta trasformando in un vero e proprio incubo. Il settore immobiliare è in profonda crisi a causa di una vera e propria morsa a tenaglia; da un lato l'aumento della tassazione che si è verificato a partire dal Governo Monti e che ha proseguito fino a livelli quasi impensabili. Dall'altro la conseguente diminuzione dei valori, dovuta in parte al nuovo livello d'imposizione fiscale e in parte al perdurare della crisi.

Il risultato è che molti italiani ora faticano a mantenere i propri beni immobiliari, cercano di liquidare al meglio le seconde case e si scontrano con l'impossibilità di realizzare un capitale adeguato per mancanza di compratori.

Una situazione semplicemente impensabile visto che la casa in Italia è stata il classico bene d'investimento su cui mettere ad occhi chiusi la maggior parte dei propri risparmi.

I dati allarmanti sull'aumento dell'imposizione fiscale immobiliare

D'altra parte, i dati non lasciano scampo alla situazione appena descritta. Nel corso degli ultimi 5 anni il livello impositivo secondo le rilevazioni della Cgia è praticamente raddoppiato. Nel mentre, il valore medio degli immobili è sceso del 15%, con picchi di valore che in taluni casi hanno toccato cifre ben più basse.

Non va meglio per le imposte ordinarie: se prendiamo in considerazione quelle di natura comunale come Tares e Tasi ci troviamo davanti ad aumenti medi del 104%.

Basti pensare all'aumento del moltiplicatore da applicare per effettuare le rivalutazioni catastali avvenuto nel 2011. Non è quindi un mistero il fatto che molti italiani attendono con ansia e preoccupazione la riforma del catasto, che potrebbe portare ulteriormente in leva i suddetti moltiplicatori.

Con la crisi immobiliare si riduce la ricchezza degli italiani

È chiaro che lo scenario appena delineato non può non avere una conseguenza sul livello di sicurezza percepito dagli italiani e sull'ammontare della loro ricchezza patrimoniale.

Inoltre, i risvolti negativi sono stati molto pesanti per tutto l'indotto del settore, basti considerare che la diminuzione delle compravendite e delle costruzioni ha un forte impatto negativo sugli artigiani della filiera e sul settore dell'arredo. Stante la situazione risulta chiaro che il settore avrebbe bisogno di un intervento regolatore volto alla semplificazione burocratica e di un livello impositivo in diminuzione per poter riprendere a funzionare in modo da generare valore e sicurezza per la popolazione.