Alla fine di questo mese scadranno i termini per regolarizzare i patrimoni detenuti illegalmente all'estero, denunciando spontaneamente gli stessi all’Amministrazione finanziaria (voluntary disclosure). La collaborazione volontaria può essere ricevuta fino al 30 settembre 2015 (si parla già di proroghe) ed è ammessa per le violazioni commesse fino al 30 settembre 2014. La voluntary disclosure comporta il pagamento di ogni tassa evasa, ma con una riduzione delle sanzioni. Chi non aderirà entro i termini, incapperà anche nel reato di autoriciclaggio.

Il fenomeno di tali richieste viene quantificato ufficialmente, per la prima volta, dalla direttrice dell'Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, mettendo fine a tutto il cumulo di ipotesi ed indiscrezioni che si erano sommate in questi ultimi mesi.

Le stime

Fino a questo momento, le domande di regolarizzazione ammontano a circa 10mila, con buone possibilità di aumentare entro la scadenza di fine mese. Tale numero di richieste è un risultato assolutamente di rilievo, considerando che le stesse, nel maggio scorso, ammontavano soltanto a mille.

La direttrice Orlandi ha anche dichiarato di aspettarsi ulteriori incrementi nel numero di “pentiti fiscali” (si potrebbe arrivare perfino alla cifra record di 100mila), in quanto stanno entrando nella disponibilità dell'Agenzia milioni di dati che, fino a pochi mesi fa, venivano tenuti segreti.

Cambiamenti mondiali

I motivi di tale mutato clima (la Orlandi parla di “vera rivoluzione”) sono da ricercare nell'emersa necessità, da parte di tutti gli Stati (Usa in testa), di scambiare dati sull'evasione fiscale. E' stato creato tra tutti i Paesi dell'Ocse un sistema di informazioni continue, relative a questo reato che, evidentemente, comincia ad essere avvertito come un peso non più sostenibile da parte di un po' tutte le compagini governative.

E' da tenere presente quanto “la zona torbida” dell'evasione fiscale e dei capitali “opachi” sia un ottimo terreno di coltura per le mafie e per il terrorismo planetario.

Accordi internazionali

L'Italia ha fatto un buon lavoro diplomatico, siglando numerosi accordi di reciproco scambio di informazioni con i diversi Stati ritenuti da tempo veri “paradisi fiscali” per gli evasori nostrani.

Con la Svizzera, in particolare, è stata siglata un'intesa che prevede scambi automatici di informazioni (secondo lo standard Ocse) a partire dal 2018, con riferimento alle attività finanziarie del 2017. Tale intesa significa la fine del segreto bancariotra i due Paesi. La Orlandi termina affermando che “Il mutato clima di collaborazione tra tutti gli Stati, facilitato dal mutato atteggiamento generale in materia di evasione fiscale, va rivoluzionando il mondo e su questo fatto sarà possibile avviare anche in Italia una seria lotta all’evasione”. Restano però dei problemi, come ancora sottolineato dalla Orlandi: “Ogni anno l’Agenzia delle Entratefa più di 20mila denunce penali per evasione, ma se non esiste un sistema che le porta in fondo, è come non farne nessuna, stiamo solo ingolfando la giustizia”.