I dati pubblicati da Eurostat mettono in luce una situazione di ripresa per l’economia Italiana. Ma resta il fatto che nel confronto con gli altri ‘big’ europei, quella raggiunta dal Belpaese sia la ripresa più debole. E sotto determinati aspetti, in particolare riguardo la disoccupazione giovanile, si continuano a vedere numeri oggettivamente poco incoraggianti.
Produzione industriale
Il primo confronto in cui l’Italia esce ridimensionata rispetto ad altri Paesi europei è quello relativo alla produzione industriale. Il livello della produzione industriale italiana è inferiore di circa il 31 per cento rispetto ai massimo precrisi ed ha recuperato solo il 3 per cento rispetto ai minimi storici registrati durante la recessione.
La Spagna, ad esempio, ha recuperato il 7,5; la Francia l’8 e la Germania perfino il 28 per cento. Nello specifico, è il settore delle costruzioni quello in cui la nostra economia arranca in maniera evidente rispetto agli altri: ad ottobre l’Italia era di 85 punti sotto il massimo precrisi ed ha toccato il nuovo minimo assoluto dall’inizio della crisi. Mentre altri Paesi si sono ripresi in maniera decisa sotto questo punto di vista: dal modesto +3,4 per cento dalla Francia al sorprendente +32,9 per cento della Spagna.
Occupazione
Anche i dati relativi all’occupazione sono di poco migliori, che non è sinonimo di ‘positivi’. Se quello generale (11,5%) non desta eccessive preoccupazioni, pur essendo di due volte superiore rispetto a Germania (4,5%) e Regno Unito (5,2%), i grattacapi arrivano quando si parla di occupazione giovanile.
Solo il 15,1% dei giovani italiani tra i 15 e i 24 anni ha un’occupazione.
In Spagna, dove il tasso di disoccupazione generale è quasi il doppio rispetto a quello italiano (21,1%), si registra un 17,6% di occupati giovani. In Germania (43,8) e nel Regno Unito (48,8 per cento) i numeri in tal senso sono ben lontani da quelli del nostro Paese.
La Francia, invece, merita una menzione a parte. Il tasso di disoccupazione generale è del 10,8% (poco più basso del nostro), ma rappresenta il dato peggiore da 18 anni a questa parte.
La reazione di Renzi e del Mise
In un’intervista a ‘La Stampa’ il Premier Renzi ha commentato i dati di Eurostat affermando che: “In Italia abbiamo avuto tre anni di forte recessione.
Il PIL è sceso del 2,3 per cento con Monti, dell’1,9 con Letta e dello 0,4 con me nel 2014. Abbiamo chiuso il 2015 con una crescita dello 0,8 per cento e nel 2016 lo faremo del doppio”.
Infine il Ministero dello Sviluppo Economico segnala che la fiducia dei consumatori italiani è ai massimi storici dal 2008. Il miglioramento si deve soprattutto al calo dei prezzi per l’energia. Infine, anche la fiducia delle imprese italiane è aumentata negli ultimi anni. Secondo il MISE “L’Italia ha ingranato la ripresa e la produzione industriale continua a crescere”.