La commissione regionale d’inchiesta su Monte Paschi volta a ricostruire le relazioni tra politica, Fondazione e Banca, ha finalmente completato i propri lavori. Le relazioni finali presentate sono due, una di maggioranza (Pd) ed una di minoranza (Si-Toscana a sinistra, Lega Nord e M5S) e saranno ufficialmente presentate a settembre.
Intanto il pamphlet di 104 presentato e sottoscritto da Leonardo Marras (Pd), che per effetto del voto ponderato è risultata la relazione più votata, circola già sul web. In questo centinaio di pagine, il PD giudica sè stesso.
Dalle origine ai disastri della gestione Mussari
Il corposo volume presentato in consiglio traccia la storia della banca fin dalla sua costituzione, avvenuta nel 1472 con delibera del Consiglio Generale della Repubblica Senese ad oggi, passando per la trasformazione da banca pubblica a Spa, alla nascita della Fondazione, alle prime acquisizioni fino alla finanza “creativa” dei Fondi Alexandra e Santorini. Si ripercorre la vita di quella che è ritenuta la più antica banca del mondo con lo scopo di fare chiarezza sui diversi gradi di responsabilità che la politica ha avuto in tutta questa vicenda.
Il PD ha voluto assumersi le proprie responsabilità
Ricordate Pier Luigi Bersani quando nel pieno della campagna elettorale del 2013 prometteva di sbranare chiunque accostasse il nome del PD alle vicende della banca senese?
Quelle dichiarazioni sono un pallido ricordo, ora si mette nero su bianco a quanto accaduto in quella parte di toscana da sempre sotto il controllo della sinistra.
“Questa relazione è la dimostrazione che il Pd ha voluto assumersi fino in fondo, in prima persona, questa responsabilità, facendo i conti con il ruolo che attualmente riveste nel governo della città, del territorio senese e in Toscana” è quanto si legge a pagina 90.
Un mea culpa – tardivo – che se non altro può essere d’aiuto a denunciare, se mai ce ne fosse ancora bisogno, la necessità di separare l’operatività della banca dalle Fondazioni bancarie (di nomina politica) al fine di ridurre l’ingerenza della politica nelle decisioni e nella gestione degli istituti di credito perché quanto accaduto in MPS non è una peculiarità solo senese e solo della sinistra.
Una stoccata anche a Berlusconi e Monti
“È quanto mai opportuno avviare una riflessione sul ruolo dei governi precedenti all’attuale, in particolare i Governi Berlusconi e Monti, che, all’indomani delle crisi finanziarie, non hanno posto in essere quelle misure straordinarie necessarie a mettere in sicurezza il sistema bancario nazionale” si legge nel documento. Evidentemente i Tremonti bond che sostennero Banco Popolare, Credito Valtellinese, Banca Popolare di Milano e lo stesso MontePaschi (questo beneficiò anche dei Monti Bond) nel pieno della crisi finanziaria non sono ritenute misure sufficienti. Tremonti bond, Monti bond e prestiti della BCE in realtà sono serviti eccome a sistemare i bilanci di banche che si erano esposte troppo con operazioni avventate.
Nelle pagine conclusive in cui si parla di responsabilità personali, politiche, sociali e degli istituti di vigilanza, possiamo notare che alla fine non emergono notizie ed informazioni nuove rispetto a quanto già noto all’opinione pubblica. C’è solo una presa di coscienza di quanto accaduto da parte del mondo politico.