Gli esiti del cosiddetto Stress testsono oramai storia di ieri; tutto sommato l'Italia ne è uscita bene, considerando che 4 banche su 5 sarebbero in grado di sopportare una crisi senza porre in sofferenza i propri correntisti.Spicca per eccellenza - sempre secondo i risultati della verifica - il gruppo Intesa San Paolo, tra i primi in graduatoria; fanalino di coda - come era scritto da tempo - il Monte Paschi Siena.

Che, per non fallire, le tenta tutte: dalla dismissione degli ingenti crediti in sofferenzaalla vendita degli immobili di proprietà (salvo poi occuparli pagando un regolare canone di locazione), e in ultimo, l'aumento di capitale deciso venerdì, appunto.Manovre che tutti approvano, per non far chiudere la banca storica italiana.

Riconoscere le responsabilità e proteggere i cittadini

Nonostante la volontà di salvare il Monte Paschi Siena sia palese ed unanime, il premier Matteo Renzi non si esime dal pagare il dazio del mea culpa: bisogna avere il coraggio di riconoscere che alcune scelte fatte dalla banca nel passato, sono state il frutto di una Politica miope ed impicciona, e soprattutto incapace, sia a livello territoriale che nazionale.

Si "confessa" Matteo Renzi in un'intervista al quotidiano Repubblica, indugiando a lungo sulle responsabilità del Pd nella debacle della banca senese, così come tenta di individuare le responsabilità dei dirigenti dell'istituto di credito, notoriamente in ogni caso posti nella sala dei bottoni della politica, e soprattutto dalla politica di sinistra.

E' dai tempi della "Banca121"- riflette Renzi - che alcune delle scelte fatte dai vertici MPS sono state un vero e proprio suicidio, le cui maggiori responsabilità, in ogni caso, sono riconducibili alla longa mano della politica.

I cittadini non paghino per gli errori del passato: la politica deve uscire fuori dai circuiti bancari

Il Premier è convinto di questo: ribadisce che il suo governo ha dovuto gestire un'eredità sull'orlo di un baratro, e che si adopererà per eliminare ogni possibile connubio ed infiltrazione della politica nel tessuto decisionale ed operativo delle banche italiane.

Per quanto attiene l'istituto senese, auspica (ma è quasi un dictat) che non siano i cittadini di oggi a dover pagare gli errori dei politici e dei dirigenti di ieri.