Il socialista Vittorio Mazzoni della Stella, sindaco di Siena dal 1983 al 1990 ed ex-presidente e vicepresidente del Monte dei Paschi dal 1990 al 1997, ritiene che l’unica possibilità per salvare la banca più antica d’Europa sia il suo commissariamento.
La vicenda MontePaschi è una sciagura per Siena e per il Paese, le cui colpe sono da ricercarsi, a detta dell’ex banchiere, nella gestione troppo politicizzata della banca. E l’ex numero uno di Monte Paschi non fa certo sconti a quella parte politica che nella Prima Repubblica, come nella Seconda, ha deciso a tavolino le sorti dell’Istituto toscano.
MPS e l’intreccio con la politica
“Pci-Pds-Ds e Ulivo” (gli altri partiti in passato hanno avuto per lo più ruoli minori), sono quelli che hanno governato la banca dal dopoguerra. Scelte politiche a trecentosessanta gradi, tutta la gestione della banca passava dagli organi direttivi dei partiti. Anche la nomina del sindaco revisore della più piccola delle società controllate doveva essere di designazione politica.
L'ex sindaco di Siena non è nuovo a queste affermazioni. Il suo pensiero l’aveva già manifestato in questi termini di fronte alla commissione regionale d'inchiesta presieduta dal grillino Giacomo Giannarelli. Qualche mese fa Vittorio Mazzoni della Stella era stato sentito in merito sia alla Fondazione che alla Banca Monte dei Paschi di Siena ed ai loro rapporti con la Regione Toscana.
Aveva così avuto modo di rendere noto le relazioni e gli intrecci tra politica e gestione dell’istituto di credito, nonché sull’assenza di controllo dell’amministrazione della banca, anche da parte della magistratura.
L’ex presidente se la prende in particolare col dalemiano Giuseppe Mussari
Èin particolare alla gestione dell’era Mussari, l’avvocato calabrese che era arrivato ai vertici della Fondazione Mps nel 2001 con l’appoggio dei Ds e della Curia locale, che Vittorio Mazzoni della Stella guarda con biasimo.
Ma gli sperperi e le leggerezze nella gestione hanno lasciato un buco nelle casse della banca a cui ora occorre mettere un rimedio.
Quale futuro?
Per l’ex presidente la via da intraprendere potrebbe essere quella già esposta dall’avvocato Paolo Emilio Falaschi, azionista di minoranza e legale di un centinaio di piccoli soci: l’amministrazione controllata.
Sarebbe forse la via più facile per ottenere l’appoggio della UE e della Bce per sostenere quegli interventi pubblici necessari a garantire la messa in sicurezza dei conti della banca.
Un commissario insomma che ripulisca i bilanci del Monte dei Paschi e poi… “chi ha da pagare pagherà”.