In occasione di un convegno organizzato a Roma dalla Fisac CGIL,è intervenutoil presidente della Commissione Lavorodella Camera Cesare Damiano, esponente della "sinistra Pd".Ecco le sue principali parole espresse nel corso dell'assemblea plenaria su vari temi economici e sociali.
"Sono antiliberista e sono contento che molti stiano approdando a queste posizioni. Ormai anche la Banca Mondiale dice che è stata la classe media dell'occidente a impoverirsi di più. Ma scopre l'acqua calda, perché sono le conseguenze della globalizzazione.Le diseguaglianze sono cresciute troppo negli ultimi decenni. Oggi il ceto medio sta scomparendo e passa dalla parte della povertà. A questo capovolgimento di paradigma nessuno ha saputo dare risposte. Mi sono schierato contro il TTIP, a differenza del Governo Renzi, perché non porterà nessuna conseguenza positiva per Italia ed Europa. Più in generale ci sono state molte analisi di Piketty, Stiglitz e altri, ma da qui a una ricomposizione di un'idea alternativa ce ne corre e la sinistra mi sembra disarmata di fronte allo scenario attuale. Io sono rimasto dentro al PD anche se criticamente e ritrovandomi in minoranza, provando a presentare emendamenti sul Jobs Act, sulla previdenza e su altri temi. Alcuni di essi hanno introdotto elementi di difesa sociale, come sulla Fornero dove abbiamo salvato 150.000 persone dalla povertà."
"Sono antiliberista, keynesiano e di sinistra. Ecco perchéal Referendum dirò Sì..."
Al termine del convegno Blasting News ha avvicinato l'ex ministro del LavoroDamiano per porgli una domanda.
Onorevole, come concilia il suo essersi definito antiliberista con il votare sì al referendum costituzionale?
"Confermo di essere antiliberista, anzi aggiungo di essere pure keynesiano e di sinistra. Sul referendum costituzionale come sull'Italicum c'è stata una discussione lunga, controversa e difficile: alcuni suggerimenti della minoranza PD sono stati accolti e quindi non si tratta più della legga di partenza. Mi piace questa legge costituzionale? Oddio, avrei tante cose da ridire, così come sulla legge elettorale. Però ad un certo punto siamo arrivati al fondo della discussione e ho aderito al comitato "Sinistra per il Sì" e quindi voterò Sì. Anche perché in Europa e non solo questa riforma, se passa, viene letta come la continuazione di un tentativo dell'Italia di riformarsi e questo può aprire le strade a una maggiore flessibilità nei conti, un'azione più spinta verso gli investimenti, cose in cui spero perché sono contro l'austerity, e d'altronde lo dice pure Renzi.
Nel merito penso che la semplificazione del sistema istituzionale sia positiva. Quando ero all'opposizione sono riuscito a far rimbalzare 8 volte fra Camera e Senato il "collegato Lavoro" di Sacconi. Se c'è una sola Camera che dà la fiducia sarebbe giusto. Per me sarebbe stato preferibile abolire del tutto il Senato, sarebbe stato più chiaro, ma si è fatto questo compromesso.
Io sono portato a valutare il referendum anche per quella che sarà l'agenda sociale del Governo, su pensioni e povertà, quello mi sta molto a cuore. Sulla legge elettorale l'OdG approvato oggi apre una porticina a modifiche, Renzi prima diceva "Non cambio, non cambio, non cambio", poi la minoranza Pd e gli altri partiti hanno insistito e ora lui dice "Sono disposto a cambiare", vediamo che cosa succederà ma è già un passo avanti."