L'Italia è un'osservata speciale per via del Referendum Costituzionale e della debole crescita, ecco perché lo spread sta ritornando a salire. Le borse mondiali hanno vissuto in pochi mesi due scosse di terremoto che hanno fatto saltare diversi equilibri economici: Brexit e la vittoria di Trump. L'incertezza che ne è derivata si sta abbattendo sui rendimenti dei titoli di stato di tutti i principali paesi. In questo contesto, l'Italia continua ad essere la preda più debole per gli speculatori finanziari, e questo per almeno quattro ragioni. Ecco perché a metà novembre lo spread italiano si è spinto fino a 180 punti base, una soglia che non si superava da tempo.
Quattro fattori che fanno crescere lo spread
Non siamo ai 550 punti di differenziale che causarono il cambio di guardia tra Berlusconi e Monti nel 2011, ma le cause dello spread vanno attentamente monitorate. La prima è sempre quella dell'elevato debito pubblico, il vero motivo per cui gli speculatori attaccano l'Italia piuttosto che la Spagna. La seconda ragione è legata ai dati macroeconomici, che dopo il ritorno alla deflazione non convincono pienamente i mercati. Vi è poi la difficile e tesa trattativa tra Italia e Unione Europea sulla legge di bilancio 2017 e le soglie del deficit-pil. Ma il quarto e più grave fattore di rischio resta il referendum costituzionale italiano previsto per il 4 dicembre, atteso come la terza tappa di un percorso che partito da Brexit e passato per le presidenziali americani, potrebbe contribuire a creare disequilibri.
Non si sa infatti, in caso di vittoria del No al referendum, cosa farà il premier italiano Renzi e come intende procedere.
L'Unione Europea dirà si al bilancio italiano, spread in calo
Il terzo di questi quattro punti sembra volgere in positivo per l'Italia: l'Unione Europea concederà infatti flessibilità all'Italia sulla legge di bilancio, sospendendo il giudizio che non a caso sarà rinviato al 2017, cioè dopo il referendum.
In più la Commissione Europea pubblicherà un documento che allenterà l'austerity fino al 2018. Questa misura non è rivolta solo ad aiutare l'Italia, visto che nel 2017 anche Francia e Germania avranno appuntamenti elettorali molto delicati per gli equilibri dell'Unione. A tale notizia lo spread italiano ha immediatamente rallentato la crescita, attestandosi sotto i 175 punti base.