I giovani italiani al tempo della crisi? Più poveri dei loro nonni, leggono poco e si connettono molto, rispettano di più l'ambiente ma fanno meno figli. E' il ritratto, fin troppo realistico, della meglio gioventù del nostro Paese fotografato dal Censis nel cinquantesimo rapporto annuale sulla situazione sociale italiana; purtroppo, il contesto non è migliorato rispetto agli anni scorsi. Da tempo, ormai, nell'immaginario collettivo è entrata di prepotenza l'immagine degli italiani che fanno sempre meno figli e, nel sentire comune della gente, tutto questo viene associato ovviamente alla crisi economica che, nonostante le istituzioni cerchino di rimanere ottimiste, non accenna a diminuire.

Secondo il rapporto, infatti, la ricchezza dei giovani è inferiore del 41% rispetto ai sessantenni, per i quali il reddito è anzi aumentato. Per essere precisi, la ricchezza dei "millenials" (ossia i giovani nati nei primi anni 2000) è inferiore del 4,3% rispetto ai loro coetanei del 1991, mentre per gli italiani in generale il valore attuale è maggiore del 32,3%; un divario che è aumentato nel corso del tempo negli ultimi venticinque anni, quando invece i redditi giovanili erano addirittura superiori alla media della popolazione.

Poca lettura, ma molto Internet per informarsi

Nonostante che una buona fetta dei giovani italiani sia laureata, il numero di chi legge in Italia è ancora relativamente basso: secondo il censis, solo il 42% della popolazione ha letto almeno un libro nel corso dell'anno, anche se il numero dei lettori "forti" è comunque in rialzo di un paio di punti negli ultimi anni.

Come già notato negli anni passati, gli italiani preferiscono di gran lunga la televisione, soprattutto il digitale terrestre (+1,5%) e il satellitare (+1%), mentre è aumentato il numero degli utenti che guardano la tv tramite Internet. E se i quotidiani in edizione cartacea non attraggono più molto i giovani, è invece aumentata l'informazione online: i quotidiani online e i siti d'informazione hanno visto triplicare la loro utenza negli ultimi dieci anni, mentre anche Facebook si sta affermando come diffusore di news sul web.

Resistono invece saldi i settimanali e i mensili, come anche i tg e i giornali radio. Inutile dire che sono aumentati anche i possessori di smartphone (ben il +12% solo nell'ultimo anno), che conferma i giovani italiani come cittadini sempre più connessi alla Rete.