In Gran Bretagna non si registrava da quarant'anni un calo di richiesta di coloro che cercano lavoro e allo stesso tempo usufruiscono dei sussidi di disoccupazione. Denominato JSA, Jobseeker's Allowance, il mese scorso l'aiuto chiesto allo stato è sceso di ben 737 mila, subendo un calo di ben 11 mila richieste, il livello più basso dal 1975. In generale la disoccupazione in Gran Bretagna dopo la #Brexit è scesa di un milione e mezzo di persone, ovvero 31 mila in meno rispetto ai mesi precedenti per un totale del 4,7% della popolazione lavorativa.

Miglioramento dell'Economia

Lo scorso giugno, con l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea, la cosiddetta Brexit, si temeva un rallentamento della crescita nel paese, invece, non è stato così, in quanto il merito della diminuzione dei disoccupati deriva dal fatto che l'economia è robusta e in forte crescita ed espansione. La Borsa britannica attualmente è in netto miglioramento, non a caso ha raggiunto livelli da record insieme all'aumento dei consumi e, anche se al momento si intravedono motivi di preoccupazione poiché, a causa dell'inflazione sospinta dal calo della sterlina sui mercati valutari, la crescita dei salari è declinata dal 2,6% al 2,3%, nel complesso l'economia mantiene, tutt'ora, dei livelli molto stabili.

La Brexit solleva casi di negativismo

Nonostante dopo la Brexit i dati rivelano un netto miglioramento dell'economia in Gran Bretagna, nell'immaginario collettivo vengono sollevati ancora dei casi di negativismo in quanto, da un sondaggio lanciato dall'istituto Ipso Mori, si evince che per il 50% della popolazione l'economia del paese è destinata a peggiorare nei prossimi mesi, per il 24% che rimarrà stabile e, solo il 20% sostiene che subirà un netto miglioramento e sarà a lungo termine.

Anche gli Analisti britannici pronosticano un rallentamento del Pil e un peggioramento degli standard di vita, dati dettati dal negativismo post brexit che saranno sfatati o, talvolta confermati in questa nuova era di svolte inglesi. È evidente quindi che, solo il tempo sarà il fattore determinante che rivelerà la direzione economica vera e propria intrapresa dal Paese.