Per svolgere attività come piccolo o medio imprenditore la città ideale da un punto di vista fiscale è Trento, mentre Reggio Calabria è in cima alla lista delle sedi da evitare. Tra le 135 città prese in considerazione dalla quarta edizione del Rapporto 2017 Comune che vai, fisco che trovi” predisposto dall'Osservatorio permanente sulla tassazione delle piccole e medie imprese del centro studi Cna, Trento risulta infatti avere la pressione fiscale sulle piccole e medie imprese più bassa d’Italia, con un total tax rate di 54,1%, mentre Reggio Calabria è quella dove l'amministrazione tributaria è più avida, con un total tax rate di quasi 20 punti superiore: 73,4%.
Città da evitare sono anche Bologna, con un total tax rate pari al 72,1%, Firenze e Roma (69,3%), Catania e Bari (68,3%), mentre a Cuneo, Belluno, Gorizia e Imola il fisco non preleva più del 54% del valore creato dalle pmi insediate sui propri territori.
Si lavora per il fisco fino al...
Va da sé che maggiore è la quota che il fisco si prende, maggiore è il tempo durante l’anno che si deve dedicare a soddisfarlo anziché a godersi i proventi della propria attività. Il cosiddetto giorno della liberazione fiscale (Tax Free Day), cioè l’ultimo giorno in cui si lavora per pagare il fisco, è arrivato l’anno scorso il 10 agosto e arriverà quest’anno intorno al 30 luglio per chi abbia aderito al nuovo regime previsto dall’Iri, l’Imposta sul reddito delle imprese (che alleggerisce la tassazione del reddito lasciato in azienda).
Ma la data è meramente indicativa, perché ricavata facendo una media a livello nazionale, mentre in effetti il giorno di liberazione dal giogo fiscale dipende appunto dalla città in cui si svolge la propria attività e dal peso fiscale che ci si ritrova addosso in quella città. A Trento il fisco toglie il disturbo già il 16 luglio, a Reggio Calabria lo fa soltanto il 24 settembre.
Peraltro, la pressione fiscale è stimata in aumento dalla Cna, che prevede un total tax rate (livello medio nazionale) del 61,2%, cioè dello 0,3% più alto rispetto a un anno fa, a meno che non si aderisca all’Iri, nel qual caso scende al 58,1%.
Per questo, la Confederazione nazionale degli artigiani (Cna) chiede misure che alleggeriscano il peso del fisco su chi svolge attività imprenditoriale e suggerisce anzitutto di ridurre la tassazione sul reddito delle imprese personali e sul lavoro autonomo, di consentire di dedurre l’Imu pagata sugli immobili strumentali delle imprese.